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Cancro. Scoperta la proteina “direttore d’orchestra” della crescita tumorale


Non una mutazione genetica ma la sovraespressione di una proteina a causare lo sviluppo del cancro. Si tratta della proteina CPEB4 e i gli scienziati stanno già pensando ad un possibile farmaco inibitore. Che però non arriverà prima di ulteriori ricerche.

05 DIC - Non è un gene che funziona male ad “innescare” il cancro. È invece una proteina che riprogramma l’espressione di alcuni geni. Sarebbe questa la scoperta di un gruppo di ricercatori catalani dell’Institute for Research in Biomedicine e dell’Institut de Recerca Hospital del Mar (IMIM) di Barcellona. Il meccanismo per il quale una cellula sana si trasforma in tumorale è stato descritto in uno studio pubblicato su Nature Medicine. La proteina colpevole si chiama CPEB4.
I biologi, controllando il comportamento di cellule cancerogene umane trasferite in topi da laboratorio, hanno infatti dimostrato che diminuendo i livelli di espressione della proteina si poteva arrivare a ridurre il tumore addirittura dell’80%. “La particolarità è proprio questa: non è la mutazione di un singolo gene che promuove la crescita del cancro”, ha spiegato Raúl Méndez, ricercatore che ha lavorato allo studio. “È l’espressione nel punto sbagliato di questa proteina, CPEB4, ad innescare il processo. Per colpa sua le piccole molecole messaggero dette mRNA, quelle che trasmettono ai geni le informazioni per la sintesi delle proteine, danno il via alla trascrizione di geni del tutto normali, ma che hanno ritmi di funzionamento fuori dal comune. Di fatto i geni non subiscono dunque mutazione, ma si attivano ad un ritmo che somiglia molto di più a quello che vedremmo in un embrione ai primi stadi di sviluppo che non in un organismo adulto”.
 
La scoperta, inaspettata, è stata che la particolare proteina CPEB4 è presente solo nelle cellule tumorali e non in quelle sane.Dunque, secondo gli scienziati, bloccarne l’espressione potrebbe portare allo sviluppo di una terapia contro il cancro altamente selettiva e con pochi effetti collaterali. “Gli effetti collaterali dei trattamenti per le neoplasie, ad esempio nel cancro al pancreas, sono tra gli inconvenienti peggiori per i pazienti”, ha infatti spiegato Pilar Navarro, uno dei ricercatori senior dello studio.
I tessuti analizzati dai ricercatori sono stati quelli del pancreas e del cervello. Sebbene lo studio sia limitato solo a due tipi di tumore, secondo gli autori, la proteina potrebbe essere collegata anche ad altre neoplasie. “Dati gli effetti osservati in questi due tipi di cancro e i geni che sono regolati da questa proteina, possiamo immaginare che lo stesso meccanismo funzioni anche in altri casi”, hanno dichiarato gli autori dello studio.
Per questo lo studio spalanca le porte della ricerca per nuove opzioni terapeutiche, alle quail i ricercatori stanno già cominciando a pensare. “Le applicazioni cliniche sono decisamente promettenti – ha aggiunto Navarro – anche se dovremo continuare a studiare ancora. Servono ulteriori ricerche per identificare molecole inibitrici dell’espressione di CPEB4, per testarle su modelli animali, per determinarne il potenziale terapeutico. Solo alla fine, se tutto ciò accadrà, potremo usarle sui pazienti”.

05 dicembre 2011
© Riproduzione riservata

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