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Grazie, Juncker. L’ora legale fa male anche alla salute

di Maria Rita Montebelli

I cittadini europei vogliono abolire l’ora legale e il presidente Juncker è pronto ad accontentarli. E la scienza supporta questa decisione: il passaggio da ora solare a ora legale in primavera causa più ictus, più infarti, più incidenti sul lavoro nei giorni immediatamente successivi allo spostamento delle lancette. Insomma nuoce alla salute perché disturba i ritmi circadiani. Bisognerà ora decidere se adottare l’orario invernale o se sarà ‘summertime’ per sempre.

31 AGO - L’ora legale (o forse l’ore solare), potrebbero avere i minuti contati. A darne l’annuncio è il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker che questa mattina ha affermato: ‘la gente lo vuole e noi lo faremo’, riferendosi appunto all’abolizione di quell’andare avanti e indietro delle lancette dell’orologio che caratterizzano il passaggio da ora solare a legale e viceversa.
 
I 4.6 milioni di cittadini dell’Unione Europea che hanno risposto al quesito ‘ora legale si o no’, si sono espressi in maniera plebiscitaria per l’abolizione dell’ora legale (84%). Un modo forse per avere l’illusione di essere in estate tutto l’anno, un voler sottrarsi alla seccatura di dormire un’ora in meno in primavera, o a quella di dover rimettere due volte l’anno decine di orologi, da quello al polso, a quello del micro-onde, a quello della macchina. Ma forse non sanno che anche la scienza è d’accordo.
 
Secondo alcuni l’ora legale potrebbe addirittura essere nociva all’organismo. I suoi effetti sui bioritmi potrebbero essere più importanti di quanto finora ritenuto. Sotto accusa è soprattutto il cambio primaverile (quello da ora solare a ora legale), che ci depriva di un’ora di sonno.
 
L’ora legale aumenta il rischio di ictus?
La CNN la scorsa primavera, proprio in occasione dell’arrivo dell’ora legale, ha realizzato un servizio che ricordava come uno studio finlandese (primo autore Jori Ruuskanen, università di Turku) , presentato al congresso dell’American Academy of Neurology nel 2016, avesse evidenziato che il tasso di ictus aumenta globalmente dell’8% nei due giorni immediatamente successivi all’introduzione dell’ora legale; ma che tra i pazienti oncologici il rischio di stroke aumentava del 25% e tra gli over-65 aumentava del 20% in questi due giorni.
 
Partendo dall’osservazione che tutto ciò che disturba i ritmi circadiani (tipicamente il lavoro dei turnisti, ma anche jet lag e ora legale) può aumentare il rischio di ictus ischemico, i ricercatori finlandesi sono andati ad esaminare una decade di dati relativi ai casi di ictus in Finlandia, individuando appunto un’impennata di casi nei primi due giorni dopo la transizione al’ora legale.
 
Gli infarti da ora legale
Uno studio ancora precedente, del 2012, condotto dall’Università del’Alabama, aveva invece notato un aumento del 10% di infarti il lunedì e il martedì successivi al cambio da ora solare a ora legale.
 
Ora legale e incidenti
Insomma, un’ora può sembrare niente, soprattutto se paragonata ai disturbi da jet lag quando si vola in Giappone o in Australia, eppure l’organismo sembra risentirne. E tanto. Un altro studio pubblicato nel 2009 su Journal of Applied Psychology dal professor Christopher Barnes (Università di Washington), un esperto delle conseguenze dei disturbi del sonno, evidenziava un aumento degli incidenti sul lavoro nel passaggio da ora solare a ora legale. Coerentemente con quanto osservato, in un successivo articolo di raccomandazioni per le politiche di salute pubblica, lo stesso Barnes, oltre a raccomandare di posticipare l’orario di ingresso a scuola e di regolare con attenzione turni e orari di lavoro, per migliorare la salute pubblica attraverso una buona igiene del sonno, suggeriva anche di abolire l’ora legale.
 
Ora legale si o no?
La salute del sonno insomma dovrebbe venire prima delle istanze economiche. L’ora legale è stata preconizzata nel lontano 1784 da Benjamin Franklin che, in una lettera scherzosa al direttore del Journal de Paris intitolata “An Economical Project for Diminishing the Cost of Light”, suggeriva ai parigini di alzarsi prima la mattina per economizzare sul costo delle candele. Il primo Paese ad averla introdotta in tempi moderni è stato il Canada (1908), seguito solo nel 1916 da Germania e Austria, nel pieno della Prima Guerra Mondiale (lo scopo era quello di risparmiare carburante per la guerra) e subito dopo da Gran Bretagna, Francia e molti altri Paesi. Oggi il 40% dei Paesi del mondo ha adottato l’ora legale. Ma non mancano i pentiti.
 
Da tempo, alcune nazioni europee (Islanda, Russia, Turchia, Bielorussia) hanno rinunciato a spostare avanti e indietro le lancette dell’orologio. E dal sondaggio condotto nell’Unione Europea sembra che in molti siano pronti a seguirne l’esempio. Non resta dunque che mettere d’accordo tutti i 28 Paesi dell’UE; il prossimo referendum potrebbe essere: ora legale o ora solare tutto l’anno?
 
Maria Rita Montebelli

31 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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