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Entro il 2030 il fabbisogno mondiale di insulina aumenterà del 20%

di Maria Rita Montebelli

Un gruppo di ricercatori inglesi e americani, ha messo a punto un modello di microsimulazione per valutare gli scenari di trattamento del diabete di tipo 2 da qui al 2030. Secondo i loro calcoli, il fabbisogno di insulina aumenterà globalmente del 20%, ma metà dei 79 milioni di persone che ne avranno bisogno nel 2030 non vi avranno accesso. Gli autori hanno anche stimato che, adottando target di glicata meno stringenti negli anziani, si riusciranno ad evitare molti episodi di ipoglicemia e ad aumentare gli anni di vita al netto della disabilità

22 NOV - Quanta insulina serve a trattare tutto il diabete di tipo 2 del mondo? Non si sa con esattezza, ma quel che è certo è che in molte zone del mondo l’accesso a questo farmaco è difficoltoso e ancora troppo basso.
 
Un gruppo di ricercatori di varie università americane e inglesi hanno cercato di capire cosa succederà da qui al 2030, in 221 nazioni, utilizzando le proiezioni dell’International Diabetes Federation e i dati di 14 studi di coorte (relativi a emoglobina glicata, trattamento e peso corporeo) rappresentativi di oltre il 60% della popolazione con diabete di tipo 2 . Gli autori hanno fatto una stima del numero di persone con diabete di tipo 2 che dovranno essere trattate con insulina, le unità di insulina richieste e i DALY (Disability Adjusted Life Years) evitati ogni anno, con algoritmi di trattamento alternativi a target di glicata dal 6,5% all’8%, minor rischio microvascolare, o target di glicata più alto nei soggetti dai 75 anni in su.
 
Per quanto riguarda i numeri del diabete, il numero delle persone affette da questa condizione passeranno dagli attuali 405 milioni a oltre 510 milioni nel 2030. Stando a queste cifre, il consumo di insulina passerà da 516 milioni di flaconi da 1000 UI l’anno (stime 2018) a 633,7 milioni/anno nel 2030.
 
Se non si migliorerà l’accesso all’insulina, solo il 7,4% delle persone con diabete di tipo 2 verrà trattato con questo farmaco; se invece le condizioni di accesso dovessero migliorare, ad essere trattato con insulina sarà il 15,5% della popolazione diabetica.
 
Qualora si riuscisse a portare tutti ad un target di glicata pari o inferiore a 7%, la terapia con insulina farebbe risparmiare 331.101 DALY per anno; e i DALY evitati aumenterebbero del 14,9% migliorando l’accesso ai nuovi farmaci ipoglicemizzanti. Infine i DALY evitati aumenterebbero del 44,2% se si adottasse un target di glicata dell’8% nei soggetti dai 75 anni in su, grazie al fatto che verrebbero evitati molti episodi di ipoglicemia.
 
Per trattare il diabete di tipo 2, da adesso al 2030, il fabbisogno di insulina aumenterà dunque del 20%, ma saranno in molti a non avere accesso a questo farmaco salvavita. Secondo gli autori dello studio, ne rimarrebbe sprovvista almeno metà della popolazione che ne avrebbe bisogno, stimata in 79 milioni nel 2030. La carenza di insulina è particolarmente grave in Africa e in Asia. Nonostante l’impegno delle Nazioni Unite di trattare le malattie non trasmissibili e di assicurare l’accesso universale ai farmaci contro il diabete, in gran parte del mondo l’insulina scarseggia e ci sono gravi problemi di accesso per i pazienti. Il diabete di tipo 2 è una condizione che interessa al momento il 9% della popolazione mondiale. Nel 1980, la prevalenza era del 5%. La maggior parte della produzione mondiale di insulina è assicurata attualmente da tre aziende: Novo Nordisk, Sanofi, Ely Lilly.
 
Questo studio, pubblicato su Lancet Diabetes & Metabolism è stato supportato da Helmsley Charitable Trust.
 
Maria Rita Montebelli

22 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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