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Antibioticoresistenza. “Importante anche il ruolo del farmacista”


Antibiotici usati per curare infezioni virali per le quali sono del tutto inefficaci o addirittura dannosi. Ma in Italia continuiamo ad usarli in maniera impropria più che altrove. Cosa può fare il farmacista: lo spiega Giusi Ferraro, direttrice della farmacia ospedaliera dell'AO di Tricase.

10 GEN - “Oggi quando si diagnostica un’influenza, subito si ricorre all’uso di una terapia antibatterica e la stessa cosa accade con un comune raffreddore o una laringotracheite acuta. Insomma, gli antibiotici si usano per curare anche infezioni virali contro le quali non servono”. Parole di Giusi Ferraro, direttrice della farmacia ospedaliera dell’Azienda ospedaliera Pia Fondazione di Culto e Religione Cardinale Panico di Tricase, che ha rilanciato in questi giorni il tema dell’antibioticoresistenza (di cui Quotidiano Sanità ha già parlato).

Secondo l’Oms, il problema della tolleranza ai farmaci che dovrebbero curare le infezioni batteriche – fenomeno in crescita che da alcuni è definito epidemia – come una delle tre più grandi minacce alla salute umana. Ma la causa della sua crescita fuori controllo, secondo gli esperti, è anche di chi usa gli antibiotici in maniera inappropriata. “È il consumo improprio ed eccessivo degli antibiotici a portare allo sviluppo dell’antibioticoresistenza, ossia la capacità di un microrganismo di resistere all'azione di uno o più farmaci che conseguentemente diventano, nei suoi confronti, inefficaci”, ha spiegato Giusi Ferraro.

Un problema che è particolarmente importante all’interno delle aziende ospedaliere. “L’antibioticoresistenza è un problema che coinvolge la comunità e le strutture sanitarie, ma in ospedale la possibilità di trasmissione è amplificata. Le infezioni nosocomiali sono spesso causate da microrganismi resistenti agli antibiotici e ciò può costituire un fattore di fallimento del trattamento delle infezioni, causando aumento della morbilità, allungamento delle degenze ospedaliere e incrementando la mortalità legata a queste malattie”, ha continuato commentando i dati italiani relativi a questo problema.
Secondo le ultime rilevazioni infatti, l’Italia sarebbe il paese europeo con il più alto consumo di antibiotici e anche il più alto tasso di antibiotico resistenza dopo la Grecia e Cipro. I dati Osmed 2010 parlano chiaro: gli antibiotici sono tra i farmaci più usati dagli italiani. Addirittura 8 bambini su 10 riceverebbero nel corso dell'anno almeno una prescrizione di antibiotici. “Il farmaco può essere considerato un salvavita – ha spiegato la dottoressa – ma si assiste a un preoccupante uso improprio, dovuto anche al fatto che non sia stato marcato a sufficienza cosa comporti l’uso inappropriato”.

Spesso il problema è quello che non si conosce bene la causa del malessere, che potrebbe essere sia batterica che virale. Prendiamo ad esempio il mal di gola, uno dei mali più frequenti nella stagione invernale. Spesso questo disturbo pone il medico di fronte al dubbio di usare o meno gli antibiotici. “In questo caso occorre capire l’origine del malessere: si raccomandano gli antibiotici solo nel caso di un’infezione batterica e non di origine virale, che va trattata invece con farmaci che servono ad alleviare i sintomi, ridurre il dolore e disinfettare la gola”.
Indicazioni semplici, ma che come già detto non sempre vengono rispettate. “L’antibiotico ha un’azione battericida o batteriostatica – ha aggiunto Ferraro – uccide direttamente i batteri o li blocca nella crescita. È però poi il sistema immunitario a eliminarli definitivamente”.
Inoltre bisogna sempre ricordare che non tutti gli antibiotici sono uguali. “Quelli ad ampio spettro agiscono su molte specie di batteri, quindi su molte infezioni, quelli a spettro limitato esercitano un’azione più selettiva, mirata ad alcune infezioni”, ha continuato la dottoressa, specificando ancora: “gli antibiotici servono a combattere le infezioni batteriche, come per esempio tonsilliti, polmoniti e meningiti ma non l'influenza e il raffreddore, causati da virus. In questi casi la somministrazione di antibiotici è inutile, anzi può essere dannosa. Per capire l’origine di un’infezione è necessario rivolgersi al medico che, solo dopo una visita e dopo aver opportunamente interpretato eventuali esami, sarà in grado di formulare una diagnosi”.

Da azzerare è perciò anche il vizio dell’autodiagnosi. In questo senso è importante il ruolo del farmacista, come spiega l’esperta. Ma non solo come controllo sulle prescrizioni mediche. “Poche e semplici le regole da seguire: ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione medica, mai autosomministrarli, non interrompere la terapia prima dei tempi e non assumere antibiotici per curare infezioni virali", ha continuato la Ferraro. "Inoltre il farmacista può consigliare l’uso del generico che fornisce le medesime garanzie di sicurezza, efficacia e qualità dei farmaci originali ma a un prezzo inferiore”.

Laura Berardi

10 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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