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Obesità. Arriva l’ormone che potrebbe aiutare a sconfiggerla


Uno studio olandese dimostra come un ormone normalmente presente nel nostro organismo e usato nella cura del diabete potrebbe essere responsabile di una perdita di peso maggiore nei pazienti obesi. La ricerca pubblicata sul British Medical Journal.

12 GEN - Funziona semplicemente cancellando, o quantomeno riducendo, la sensazione di fame. Non è un rimedio miracoloso, ma un ormone dal nome poco intuitivo: glucagon-like peptide-1 (GLP-1). E da oggi potrebbe essere la soluzione per le persone obese, secondo uno trial clinico condotto dall’Università di Copenhagen su pazienti diabetici. La ricerca è stata pubblicata sul British Medical Journal.

Farmaci basati su questa molecola, prodotta dal nostro intestino quando mangiamo, vengono infatti di solito usati sui pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 per regolare i livelli di zucchero nel sangue. I ricercatori che hanno condotto lo studio avevano precedentemente notato come questa sostanza diminuisse anche la quantità di cibo necessaria per sentirsi finalmente sazi. Per questo, hanno tentato di verificare l’intuizione che poi si è rivelata essere corretta: effettivamente i pazienti obesi diabetici che presentavano dosi elevate di questo ormone, ma ancor più quelli sani, perdevano peso più facilmente degli altri.

Per dimostrarlo gli scienziati hanno analizzato i risultati di 25 trial randomizzati che hanno coinvolto più di 6000 pazienti. Grazie a questo studio i ricercatori hanno scoperto che i pazienti ai quali veniva somministrata una dose rilevante di questo ormone per almeno 20 settimane avevano perso in media quasi tre chili in più rispetto agli altri, durante il trattamento.
I ricercatori precisano che per curare il diabete di tipo 2 e risolvere definitivamente i problemi di eccesso di peso corporeo l’unico modo è quello di modificare il proprio stile di vita e la propria dieta. Nonostante questo l’ormone GLP-1 potrebbe avere rilevanti benefici clinici, nonché aiutare i pazienti a perdere peso, anche se per verificarne del tutto efficacia e sicurezza ci sarà bisogno di ulteriori studi: “i prossimi studi ci aiuteranno a fugare ogni dubbio sull’eventuale pericolosità dell’assunzione di grandi dosi di questo ormone per i pazienti che non sono affetti da diabete – hanno fatto sapere gli scienziati che hanno condotto lo studio – per questo stiamo già pianificando nuovi trial, soprattutto per gli individui sani”.

Laura Berardi

12 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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