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Se il sonno aiuta a dimagrire. Una ricerca dalla Svezia


Uno studio svedese dimostra che la regione del cervello collegata al desiderio di mangiare si attiva di più dopo una notte in bianco. Un’attività anomala che ha ripercussioni sulla salute metabolica: “Ecco perché bisogna dormire almeno 8 ore ogni notte”.

20 GEN - Oltre alle sensazioni personali, esiste un metodo più scientifico per sapere se il nostro organismo sta sentendo fame: è controllare l’attività di una specifica regione del cervello, detta corteccia cingolata anteriore. E questa, sembra proprio accendersi più facilmente quando dormiamo troppo poco. Questo quanto emerge da un recente studio dell’Università di Uppsala in Svezia, pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno esaminato l’attività cerebrale di dodici uomini di corporatura normale in due diverse sessioni di studio: una dopo una normale notte di sonno, una dopo una nottata passata svegli. Ai pazienti venivano mostrate alternativamente delle immagini di cibi ad alto e basso contenuto calorico, e nel frattempo il loro cervello veniva monitorato tramite risonanza magnetica. Ai volontari, venivano fatte analisi di glucosio nel sangue prima della rilevazione e prima e dopo il test veniva loro chiesto di definire la loro sensazione di fame.
In confronto con quelli che avevano dormito regolarmente, dalla risonanza emergeva come gli uomini che avevano passato la notte in bianco presentassero un’attività incrementata nella corteccia cingolata anteriore destra quando venivano loro mostrate le immagini di cibo, a prescindere dalle calorie che potevano contenere e i livelli di fame precedenti alla rilevazione. I ricercatori hanno poi osservato come questa attività anomala fosse accompagnata nella maggior parte dei casi dalla dichiarazione dei soggetti di avere fame, nella valutazione subito successiva al test clinico, senza che ci fossero però ripercussioni sui livelli di glicemia.

Lo studio seguiva una ricerca precedente, pubblicata sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, che dimostrava come una singola notte senza sonno provocasse in individui maschi di peso normale un consumo di energie limitato. Secondo i ricercatori questi due studi provano come dormire poco possa ripercuotersi sulla percezione umana del cibo e della fame. “Bisogna tenere a mente che una quantità di sonno insufficiente è un problema che riguarda tutte le società moderne”, ha commentato Christian Benedict, ricercatore dell’ateneo svedese. “Il nostro studio dimostra come avere abitudini notturne sbagliate possa, a lungo termine, aumentare il rischio di prendere peso. Ecco perché consigliamo di dormire almeno otto ore ogni notte, per mantenere il nostro corpo in salute”.

Laura Berardi

 

20 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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