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Arriva il dispositivo che controlla i livelli di glucosio dalla saliva


È uno strumento che potrebbe essere utile per i diabetici, ma non solo: potrebbe aiutare nelle rilevazioni ambientali o anche per scongiurare minacce come quella dell’antrace. La ricerca su Nano Letters ha sfruttato una branca della fisica poco conosciuta: la plasmonica.

24 GEN - I diabetici sono costretti a controllare i propri livelli di glucosio nel sangue più volte al giorno. Per farlo, devono usare dispositivi che tramite un ago prelevano una goccia di sangue dal polpastrello e analizzano la glicemia in tempo reale. Un sistema che può risultare fastidioso e a volte leggermente doloroso. Ma che presto, grazie a uno studio della Brown University, potrebbe diventare obsoleto, lasciando il passo ad un sensore che controlla i livelli di zucchero nella saliva, invece che nel sangue. La tecnica, descritta su uno studio http://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/nl203325s pubblicato su Nano Letters, non sarebbe affatto invasiva e permetterebbe di misurare concentrazioni di glucosio anche minime, fino a 0,36 grammi per decilitro.

Per sviluppare questo apparecchio, i ricercatori statunitensi hanno sfruttato le nanotecnologie. Unendole ad una branca della fisica chiamata plasmonica di superficie, che studia le interazioni tra elettroni e luce. Per riuscire nell’intento gli ingegneri della Brown hanno stoccato migliaia di interferometri, strumenti che permettono lo studio delle onde elettromagnetiche, in un biochip delle dimensioni di un unghia.
Con questo dispositivo i ricercatori sono poi riusciti a rilevare livelli di zucchero simili a quelli che si trovano nella saliva, dove il glucosio è circa 100 volte meno concentrato che nel sangue. “Questa è la prova che grazie alla plasmonica potremo sviluppare apparecchi capaci di individuare molecole presenti in concentrazioni bassissime”, ha spiegato Domenico Pacifici, docente di ingegneria e principale autore dello studio. “La tecnica, oltre che per misurare il glucosio nella saliva dei pazienti diabetici, potrebbe essere usato per rilevare altri composti biologici”.
Ma non solo. “Un dispositivo di questo tipo potrebbe essere usato per la detenzione di altri tipo di composti importanti a livello ambientale, o anche per trovare tracce di batteri come quello dell’antrace, pericolosi per la salute pubblica”, ha continuato il ricercatore. “In più questi apparecchi possono essere veramente molto piccoli e rilevare tracce di più sostanze chimiche contemporaneamente”.

Laura Berardi

24 gennaio 2012
© Riproduzione riservata

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