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Malattie sessualmente trasmissibili. Raddoppiano contagi tra gli over 50


Non bisogna mai abbassare la guardia, quando si tratta di patologie come sifilide, clamidia, gonorrea e la stessa Hiv, anche in età avanzata. Uno studio appena condotto in Inghilterra dimostra come in dieci anni siano addirittura raddoppiati i contagi tra le persone ultracinquantenni.

04 FEB - Al contrario di quanto si possa credere, le malattie sessualmente trasmissibili non sono certo un problema solo dei più giovani – e magari poco informati – cittadini. Anzi, secondo quanto emerge dal più recente rapporto della Health Protection Agency inglese, negli ultimi dieci anni, sarebbero addirittura raddoppiate le persone tra i 50 e i 90 anni che si ammalano di queste patologie. La gran mole di dati è stata commentata in un editoriale pubblicato su Student BMJ, la versione per studenti e neolaureati del British Medical Journal, da una studentessa del del King’s College di Londra e da un medico del St Thomas' Hospital London.

Le statistiche non lasciano spazio ad interpretazioni. Dell’80% di persone ancora sessualmente attive tra i 50 e i 90 anni, abitanti in Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada, stanno crescendo i casi di sifilide, clamidia e gonorrea. Il problema sarebbe particolarmente consistente nella fascia d’età che va dai 45 ai 64 anni.
Percentuali preoccupanti sono anche quelle che riguardano l’Hiv, dove gli ultracinquantenni sono ormai più del 20% del totale dei pazienti, con un aumento dell’82% dal 2001. E il dato, secondo i ricercatori, non è dovuto al fatto che molte più persone convivono oggi con il virus: in questa fascia d’età le nuove diagnosi sono infatti raddoppiate dal 2000 al 2009.

La ricerca non ha ancora indagato i motivi di questo preoccupante aumento. Ma le ragioni, secondo gli scienziati che hanno redatto l’editoriale potrebbero essere diverse: le donne in menopausa, ad esempio, potrebbero essere più vulnerabili alle malattie sessualmente trasmissibili per via di alcuni cambiamenti nel fisico; inoltre è stato dimostrato come gli uomini con disfunzioni erettili che fanno uso di farmaci per risolvere questo inconveniente rischiano più degli altri di vedersi diagnosticare questo tipo di patologie entro il primo anno di utilizzo dei medicinali.
Una soluzione, avanzata nel documento, potrebbe essere quella di incoraggiare i medici di famiglia a parlare di questi pericoli con le categorie più a rischio. “I medici dovrebbero mantenere alta l’attenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili nei pazienti che seguono, a prescindere dalla loro età”, hanno commentato i ricercatori nell’editoriale che commenta lo studio.

Laura Berardi

04 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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