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Chirurgia nelle Mici. Pazienti e medici a confronto in un Convegno in modalità “real life”


Rendere meglio conosciute le opportunità terapeutiche della chirurgia addominale nelle malattie infiammatorie croniche intestinali. Questo l’obiettivo del convegno voluto da Amici Onlus in cui in modalità “real life” clinici e pazienti hanno avuto l’opportunità di dialogare esponendo i loro casi clinici

31 MAR - L’empowerment del paziente passa anche per la conoscenza delle opzioni offerte dalla chirurgia addominale.
È per questo che Amici Onlus ha voluto organizzare nella capitale il convegno di carattere scientifico “La chirurgia nelle Mici. Approfondimenti medico scientifici si inseriscono sulla testimonianza di real life”. Un’opportunità di confronto medici pazienti con una modalità innovativa: i pazienti non sono stati solo argomento di studio, ma interlocutori nei confronti della classe medica per capire quali sono le opportunità terapeutiche della chirurgia addominale.
 
La prima volta di una Onlus in questo ambito. Un primato conquistato da Amici. Il convegno ha rappresentato un cambio di paradigma, perché ha fatto dialogare i clinici, non tra di loro, ma insieme al paziente, appunto in modalità “real life”.
 
Sono stati presentati 2 casi, il primo affetto da Colite ulcerosa, il secondo da Malattia di Crohn, due storie vere, Valentina e Matteo hanno ripercorso in sala, come in un flash back, la loro esperienza di preoccupazione, dubbi, rasserenamenti, insomma, vita e malattia, a beneficio di un’audience di pazienti.  Entrambi hanno raccontato il loro caso, la loro storia, assieme ai medici che li hanno seguiti in questo percorso, i quali hanno spiegato e commentano in base ad un protocollo ben preciso, il Pdta, tutti i passaggi diagnostici e terapeutici, rendendoli il più chiari possibili.
 
Dalla prima visita, al gastroenterologo e all’anatomopatologo per la diagnosi e per l’inquadramento dell’attività di malattia, al gastroenterologo di nuovo per la definizione dell’iter diagnostico e terapeutico in fase acuta, allo psicologo per gli aspetti emotivi e relazionali della patologia, al nutrizionista per la dieta da seguire. Valentina e Matteo hanno descritto anche il momento nel quale il gastroenterologo ha confermato loro che la terapia farmacologica non ha funzionato e che quindi è necessario ricorrere alla chirurgia addominale. Allora, il chirurgo in sala, ha illustrato le opzioni di intervento in fase acuta ed in elezione, le modalità chirurgiche, la prospettiva della ricostruzione.
 
“Nonostante gli enormi passi avanti fatti, la chirurgia – ha spiegato Enrica Previtali, Presidente di Amici Onlus – fa paura a tutti, sempre, in qualsiasi patologia. Per questo motivo, abbiamo voluto creare un momento di confronto così centrato sulla vita reale delle persone e su questa, declinare gli interventi dei professionisti coinvolti, che si sono prestati a fare questo esperimento. Abbiamo pensato di affrontare a viso aperto tutte le opzioni, includendo la chirurgia, che deve essere considerata uno strumento di cura, laddòve le terapie con farmaci tradizionali e/o innovativi non abbiano funzionato, ma anche come opzione precoce di trattamento. La tecnologia è avanzata anche in questo campo e l’approccio chirurgico sta diventando sempre più sofisticato. È importante cambiare l’opinione che i pazienti hanno della chirurgia perché, spesso, tendono a posticipare l’intervento il più possibile, rischiando di affrontarlo in condizioni fisiche peggiori. In questi casi, le conseguenze sono imprevedibili, poiché il malato è costretto a subire l’operazione quando è ormai l’unica opzione rimasta, aumentando le possibilità che si verifichino problemi e complicanze. I risultati migliori, invece, si ottengono quando le condizioni non sono ancora così critiche e l’operazione viene eseguita al momento giusto, per evitare danni maggiori. Tali tecniche – ha aggiunto – consentono di ritornare alla propria qualità di vita, al proprio tempo. Il nostro obiettivo è fare empowerment delle persone con queste patologie e il grande tema della chirurgia ci è sembrato lo scoglio più importante su cui lavorare, proprio per ridurre la paura e rendere questa opportunità terapeutica, interpretata sempre più oggettivamente, a tutto vantaggio del paziente”.
 
Di grande calibro i relatori di livello nazionale ed internazionale che hanno commentato le due storie durante l’incontro: Alessandro Armuzzi, Segretario IG-IBD; Carla Bedognè Stomaterapista - Fondazione Irccs “Ca’ Granda” Ospedale Policlinico di Milano; Flavio Caprioli, Uo  di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Fondazione Irccs “Cá Granda” - Ospedale Policlinico di Milano; Daniela De Nitto Fondazione Amici Italia Onlus; Ferdinando Ficari Centro Riferimento Regionale Chirurgia - IBD Unit – Aou  Careggi Firenze; Alessandro Fichera Divisione di Chirurgia Gastrointestinale, Dipartimento di Chirurgia Università del North Carolina - Chapel Hill; Matteo Franceschi Sod Chirurgia Malattie Infiammatorie Intestinali Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana; Paolo Gionchetti Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Dimec - Università di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi – Bologna; Francesco Giudici Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università degli Studi di Firenze  UniFI; Francesco Manguso, Gastroenterologia “A. Cardarelli”, Napoli; Giammarco Mocci S.C. di Gastroenterologia - Ospedale “Brotzu” Cagliari; Ambrogio Orlando Uosd  di Mici  - Po “V. Cervello”, Palermo; Gilberto Poggioli Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Dimec - Università di Bologna Policlinico S. Orsola-Malpighi, Bologna; Enrica Previtali Presidente Associazione Amici Onlus; Luigi Sofo Uoc  di Chirurgia addominale; Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” Irccs, Roma; Gaspare Solina Uoc  di Chirurgia Generale ed Oncologia, Po “V. Cervello”, Palermo; Alessandra Tongiorgi, Psicologa Uo di Gastroenterologia Pisana Pisa; Vincenzo Villanacci Uo Servizio di Anatomia e Istologia Patologica, Ao Spedali Civili, Brescia.
 
Con questa esperienza, l’Associazione Amici ha dimostrato grande proattività ed attenzione ai dubbi e alle richieste sollevati dai pazienti. Infatti, oltre che dal pubblico, sono arrivate in tempo reale numerosissime domande attraverso una piattaforma che ha permesso a tutti di interagire, anche protetti dall’anonimato.
 
“Siamo davvero entusiasti – ha sottolineato Alessandro Armuzzi, Segretario Generale di IG-IBD, il Gruppo Italiano per lo Studio delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – di aver partecipato a questa avventura insieme ai nostri compagni di viaggio, l’Associazione Amici. Anche per noi di IG-IBD è prioritaria la corretta informazione ai pazienti, soprattutto sulla chirurgia. Con l’incontro di oggi vogliamo dire a tutte le persone con questo tipo di patologie di non aver paura, ma di affidarsi con fiducia nelle mani del chirurgo che, insieme al clinico di riferimento e al team multidisciplinare, saprà scegliere le tecniche più appropriate al caso”.

31 marzo 2019
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