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Bioeconomia. Al via la strategia Ue per lo sviluppo sostenibile


La Commissione europea ha adottato una strategia per indirizzare l’economia verso un più ampio e sostenibile uso delle risorse rinnovabili. Il commissario Máire Geoghegan-Quinn: “Una mossa positiva per l’ambiente, la sicurezza energetica e alimentare e per la competitività futura".

14 FEB - Con il previsto aumento della popolazione mondiale fino a sfiorare 9 miliardi di abitanti nel 2050 e l’esaurimento delle risorse naturali, l’Europa ha bisogno di risorse biologiche rinnovabili per produrre alimenti e mangimi sicuri e sani ma anche materiali, energia e altri prodotti. Per questo la Commissione europea ha adottato ieri una strategia per indirizzare l’economia europea verso un più ampio e sostenibile uso delle risorse rinnovabili.    

La strategia, dal titolo L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa, prevede un piano d’azione basato su un approccio interdisciplinare, intersettoriale e coerente al problema. "L’obiettivo - spiega una nota della Commissione Europea - è creare una società più innovatrice e un’economia a emissioni ridotte, conciliando l’esigenza di un’agricoltura e una pesca sostenibili e della sicurezza alimentare con l’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili per fini industriali, tutelando allo stesso tempo la biodiversità e l’ambiente. Il piano si basa pertanto su tre aspetti chiave: sviluppare tecnologie e processi produttivi nuovi destinati alla bioeconomia; sviluppare mercati e competitività nei diversi settori della bioeconomia; e, infine, stimolare una maggiore collaborazione tra i responsabili politici e le parti interessate”.

“L’Europa deve passare a un’economia ‘post-petrolio’”, ha affermato Máire Geoghegan-Quinn, la commissaria responsabile per la Ricerca, l’innovazione e la scienza. “Un maggiore utilizzo di fonti rinnovabili – ha aggiunto -non è più solo una scelta ma una necessità. Dobbiamo promuovere il passaggio a una società fondata su basi biologiche invece che fossili, utilizzando i motori della ricerca e dell’innovazione. Si tratta di una mossa positiva per l’ambiente, la sicurezza energetica e alimentare e per la competitività futura dell’Europa".

Secondo i dati della Commissione Europea, la bioeconomia europea vanta già un fatturato di circa 2.000 miliardi di euro e impiega oltre 22 milioni di persone, che rappresentano il 9% dell’occupazione complessiva dell’EU. Comprende i settori dell’agricoltura, della silvicoltura, della pesca, della produzione alimentare, della produzione di pasta di carta e carta, nonché comparti dell’industria chimica, biotecnologica ed energetica. "Si calcola che per ogni euro investito in ricerca e innovazione nella bioeconomia la ricaduta in valore aggiunto nei settori del comparto bioeconomico sarà pari a dieci euro entro il 2025”.

14 febbraio 2012
© Riproduzione riservata

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