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Leucemia mieloide acuta. Per curarla servono (anche) gli antidepressivi


La tranilcipromina, un comune farmaco usato nel caso di disturbi dell’umore, permette alla tretinoina usata per la leucemia promielocitica acuta di funzionare anche nel caso delle forme più comuni della patologia. E in più i due farmaci sono off-label, e dunque disponibili anche a prezzo contenuto.

13 MAR - Non è la prima volta che alcune classi di farmaci antidepressivi risultano utili anche per il trattamento di altre patologie. Ma per la prima volta è stato dimostrato come una molecola chiamata tranilcipromina, usata contro i disturbi dell'umore, potrebbe funzionare per sbloccare il potenziale di alcuni derivati della vitamina A usati per trattare un sottotipo di leucemia mieloide acuta (Lma), in modo che funzioni anche per le tipologie più comuni di questa patologia. Lo studio che ne parla è stato pubblicato su Nature Medicine e condotto dall’Institute of Cancer Research (Icr) inglese, insieme all’Università di Cardiff e alla Queen’s University.
 
I retinoidi sono una classe di composti chimici che vengono spesso usati come soppressori dei tumori, per la loro capacità di regolare la differenziazione e la proliferazione cellulare. Una di queste molecole, la tretinoina (acido all-trans-retinoico o ATRA) viene usata per l’appunto per curare la leucemia promielocitica acuta, un sottotipo raro di Lma. “I retinoidi hanno dunque già trasformato una patologia fatale in una malattia curabile”, ha commentato Arthur Zelent, ricercatore che ha condotto lo studio. “Adesso però abbiamo forse trovato un modo di sfruttarli anche per tipologie di leucemia mieloide acuta più comuni. Fino ad oggi, infatti, non sapevamo perché questi altri tipi di patologia non rispondessero ai farmaci a base di queste molecole, ma grazie al nostro studio abbiamo dimostrato l’esistenza di un blocco molecolare ad impedire la loro azione. Questo impedimento può però essere cancellato proprio grazie a quella tranilcipromina già usata come antidepressivo”.
La tretinoina, infatti, funziona incoraggiando le cellule tumorali a maturare e morire naturalmente. Ma i geni su cui agisce questa molecola nei pazienti malati dalle forme comuni di Lma sono ‘disattivati’, cosicché i farmaci che la sfruttano risultano inefficaci. Ma all’interno della loro ricerca, gli scienziati hanno scoperto che inibendo un enzima chiamato LSD1 con la tranilcipromina, i geni venivano riattivati e dunque la tretinoina poteva fare il suo lavoro.
 
Una strategia promettente, dicono i ricercatori:se lo stesso approccio può essere usato su più pazienti, i benefici potrebbero essere enormi. Anche perché, la tranilcipromina ha ormai perso la copertura brevettuale, dunque può essere trovato anche tra gli equivalenti. “Sia la treitonina che questo particolare antidepressivo sono disponibili in molte nazioni e già off-patent, dunque risultano poco costosi per i pazienti”, ha spiegato Kevin Petrie, co-autore dello studio. “Purtroppo la leucemia mieloide acuta è una malattia che risulta spesso fatale e che secondo le ultime statistiche è in crescita nella popolazione. È dunque molto importante aver trovato un farmaco efficace e che agisce solo sulle cellule malate – lasciando dunque intatte quelle sane – perché questo potrebbe significare meno effetti collaterali per i pazienti”. Per dimostrarlo, i ricercatori sono già all’opera in un trial clinico di fase II sui pazienti affetti da Lma, di cui si dicono impazienti di avere i risultati.
 
Laura Berardi

13 marzo 2012
© Riproduzione riservata

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