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Allergie. Ospedale Bambino Gesù: “La prima barriera per prevenirle è il latte materno”


In Italia ne soffre un bambino su quattro. Nel nuovo numero di “A Scuola di Salute” le indicazioni degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per prevenire la malattia allergica con interventi precoci.

28 GEN - Il latte materno è la prima, importante barriera protettiva contro le varie forme di allergia che, in Italia, colpiscono circa 1 bambino su 4. Possono comparire ad ogni età, anche nel primo anno di vita, e sono influenzate dalla predisposizione genetica e dai fattori ambientali, in particolare quelli dei Paesi occidentali, dove il numero degli allergici è in rapida crescita.

Queste le indicazioni degli esperti per prevenire la malattia allergica, dall’allattamento al seno all’introduzione nella dieta di mamme e bebè di prebiotici e probiotici, pubblicate nel nuovo numero di “A Scuola di Salute” il magazine digitale a cura dell’istituto Bambino Gesù per la Salute, diretto da Alberto G. Ugazio.
 
La forma più frequente tra i bambini italiani è la rinite allergica che colpisce il 35% dei ragazzi delle scuole medie inferiori; seguono l’asma allergico, la dermatite atopica e le allergiealimentari. Negli ultimi decenni queste malattie hanno registrato un’impennata soprattutto nei Paesi occidentali o con stili di vita “occidentalizzati” dove alcuni fattori, come l’igiene sempre più accurata e l’alto livello di inquinamento degli agglomerati urbani, ne favoriscono l’insorgenza e/o il peggioramento. Anche la predisposizione genetica ha un ruolo determinante: se mamma e papà non sono allergici, il rischio che un figlio sia allergico è del 10-15%. La percentuale sale al 30% se uno dei genitori è allergico; se lo sono entrambi si arriva anche all’80%.
 
Le allergie che colpiscono bambini e adulti possono essere anche gravi, a seconda dei sintomi con i quali si manifestano e dell’impatto sulla qualità della vita. È il caso, in particolare, dei pazienti con anafilassi, ovvero la forma più grave di reazione allergica ad un alimento. Colpisce soprattutto i bambini e gli adolescenti e in età pediatrica ha una prevalenza tra l’1 e il 3%. I suoi sintomi si sviluppano molto rapidamente: basta l’ingestione, il contatto, o la semplice inalazione di minime quantità dell’allergene per scatenare orticaria, edema e gonfiore del volto, prurito e gonfiore delle estremità, rinite, congiuntivite, mancanza di fiato, tosse convulsa. In circa 3 casi su 100 si arriva anche alla riduzione della pressione arteriosa e allo shock anafilattico.
“Per contrastare la marcia allergica tra i bambini oggi abbiamo alcune armi efficaci, ma l’intervento deve essere precoce – spiega Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia del Bambino Gesù – infatti è scientificamente provato che particolari interventi sulla dieta e sulle abitudini di vita delle future mamme e dei neonati entro le prime 4 settimane dalla nascita riducono il rischio di sviluppare allergie nel corso della crescita”.
 
La prima barriera contro le allergie, sottolineano gli esperti del Bambino Gesù, è il latte materno che contiene una serie di sostanze (anticorpi specifici, batteri, zuccheri complessi ad azione sul microbioma intestinale e sul sistema immune del neonato, acidi grassi essenziali) in grado di proteggere il bambino dalle infezioni e dalla comparsa di numerose malattie, tra cui le malattie allergiche. I benefici del latte materno sono riconosciuti dall’Oms, che ha fatto dell’allattamento al seno uno degli obiettivi prioritari di salute pubblica a livello mondiale.
 
Quando il latte della mamma non è disponibile, ai bambini a rischio di sviluppare allergie, in particolare alle proteine del latte vaccino, si raccomandano prodotti idrolizzati. Si tratta di “latti” formulati in modo da avere una composizione il più vicina possibile a quella del latte materno che vengono sottoposti a un particolare procedimento (idrolisi) che provoca la scissione delle proteine riducendone la capacità di indurre reazioni allergiche.
 
Un’altra strategia preventiva è l’introduzione nella dieta di mamme e bambini di prebiotici e probiotici. Questi ultimi sono microrganismi vivi (presenti in molti alimenti comuni, come yogurt o latte fermentato) che possono apportare benefici alla salute quando somministrati in quantità adeguate. In qualità di immuno-modulatori della risposta allergica, nelle linee guida della World Allergy Organization vengono raccomandati, in determinate situazioni, per la prevenzione delle allergie, soprattutto la dermatite atopica.
“I probiotici – precisa Fiocchi – se somministrati alla mamma nell’ultimo trimestre di gravidanza, possono ridurre la frequenza di eczema nel lattante del 15%; somministrandoli durante l’allattamento la frequenza si riduce del 10%; se somministrati direttamente al bambino quando non ha il latte di mamma, ad esempio nel latte formulato, possono ridurre la frequenza di eczema del 5%. Per quanto riguarda i prebiotici, invece, si hanno benefici solo se somministrati al lattante, in termini non solo di eczema, ma anche di asma e di allergia alimentare”.
 
Diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato, infine, l’efficacia dell’applicazione, nel primo anno di vita, di alcune creme emollienti a ridotto stimolo allergenico nel proteggere la pelle dei bambini, mantenendola integra e quindi non incline a sviluppare la dermatite atopica. Questa malattia è infatti caratterizzata da lesioni cutanee molto pruriginose che favoriscono la penetrazione degli allergeni presenti nell’ambiente e, di conseguenza, la comparsa di fenomeni di allergia respiratoria o alimentare.

28 gennaio 2020
© Riproduzione riservata

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