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Perché i virus provenienti dai pipistrelli sono così pericolosi per l’uomo?

di C.d.F

I peggiori focolai di malattie virali degli ultimi anni, come SARS, Marburg, e probabilmente anche il nuovo coronavirus, sembrano provenire dai pipistrelli. L’aggressività di questi virus potrebbe essere dovuta alla feroce risposta immunitaria dei pipistrelli, che li spinge a replicarsi più velocemente. Una volta che il virus attacca i mammiferi con un sistema immunitario meno combattivo, lo fa con maggior violenza

11 FEB - I pipistrelli sono sotto osservazione da diversi anni. Sembra che i filovirus di Ebola e Marburg, il virus Hendra, il virus Nipah, il coronavirus della Sars e il lyssavirus della rabbia, siano stati ospitati dai pipistrelli, prima di infettare l’uomo. Questi mammiferi volanti potrebbero essere il veicolo dei peggiori focolai di malattie virali degli ultimi anni, eppure non si ammalano. Come è possibile? Una nuova ricerca dell’University of California, pubblicata sulla rivista eLife, ha rivelato che l’infezione virale nei pipistrelli porta a una risposta rapida del sistema immunitario, che spinge il virus fuori dalle cellule.
 
Questo meccanismo protegge l’animale, ma spinge anche il virus a riprodursi più rapidamente all’interno dell’ospite, prima che questo inizi a difendersi. Ciò rende i pipistrelli un serbatoio unico di virus in rapida riproduzione e altamente trasmissibili.
 
Mentre i pipistrelli possono tollerare virus come questi, quando questi patogeni sono trasmessi ad animali privi di un sistema immunitario a risposta rapida, essi riescono a sopraffare rapidamente i nuovi ospiti, portando a tassi di mortalità elevati.
“Alcuni pipistrelli sono in grado di attivare questa robusta risposta antivirale, ma anche di bilanciarla con una risposta anti-infiammatoria”, ha dichiarato Cara Brook, primo autore dello studio. “Se reagisse allo stesso modo, il nostro sistema immunitario genererebbe un’infiammazione diffusa”.
Per scoprire come la risposta immunitaria dei pipistrelli influenzi l’evoluzione del virus, i ricercatori hanno coltivato in laboratorio le cellule di due tipi di pipistrelli: il rossetto egiziano (Rousettus aegyptiacus), ospite del virus Marburg, responsabile di una febbre emorragica ad elevata mortalità chiamata febbre emorragica di Marburg, e la volpe volante nera (Pteropus alecto), ospite del virus Hendra, responsabile del focolaio di malattia respiratoria infettiva nei cavalli e nell’uomo in Australia nel 1994. La risposta delle cellule di questi due pipistrelli ai virus è stata comparata a quella di cellule di scimmia verde africana.
 
Attaccate da virus che mimano il meccanismo d’azione di Ebola e Marburg le cellule di scimmia sono state uccise rapidamente, quelle del rossetto egiziano invece si sono tempestivamente difese dall’infezione. La risposta delle cellule provenienti dalla volpe volante nera è stata ancora più efficace: ha rallentato notevolmente l’infezione virale. Tutto questo grazie all’azione di una molecola rilasciata dalle cellule attaccate dal virus, l’interferone alpha, che avverte le altre cellule dell’arrivo imminente del patogeno. Finita l’emergenza ci sono ancora alcune cellule che contengono il virus, e che possono riprodursi e l’infezione quindi periste per tutta la vita dell’animale.
 
“Se l’ospite ha una risposta immunitaria più forte, i virus possono aumentare il loro tasso di replicazione, senza danneggiare l’animale”. Gli uomini però hanno un sistema immunitario ben diverso.
I ricercatori hanno notato che molti dei virus ospitati da pipistrelli infettano l’uomo dopo essere passati attraverso un altro animale che funge da intermediario. La Sars è passata attraverso gli zibetti, per l’Ebola invece gli intermediari sono stati gorilla e scimpanzé. L’Hendra ha attaccato i cavalli e Marburg le scimmie verdi africane. Nonostante il fatto di essere passati attraverso un intermediario, questi virus restano estremamente pericolosi una volta giunti agli uomini.
 
C.d.F

11 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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