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Coronavirus. Uil Fpl Roma e Lazio: “Allo Spallanzani personale esternalizzato usato in modo improprio nei reparti a rischio”


Il sindacato pone l'esempio degli ausiliari. “Svolgono mansioni non proprie della qualifica stessa all’interno del reparto in cui sono in degenza i pazienti infetti da Coronavirus o che sono in attesa di accertamenti ulteriori”. Ma l'ausiliario “non è qualificato per espletare funzioni ad alto rischio all’interno di reparti ad alta intensità di cura”. Il segretario regionale Massimo Mattei chiede che “la Regione Lazio e le Cooperative agiscano per garantire la sicurezza dei lavoratori”.

27 FEB - Mettere in campo tutte le iniziative necessarie per garantire la sicurezza degli operatori sanitari, e non solo, nel contesto di dell'emergenza Coronavirus. E' quanto chiede la UIL FPL Roma e Lazio, che in una nota, attraverso il Segretario Regionale Massimo Mattei, accende in particolare i riflettori sulle condizioni lavorative di “chi opera in prima linea presso l’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma, con riferimento al personale esternalizzato che, a differenza degli operatori del comparto, viene inquadrato e classificato in maniera totalmente difforme rispetto all’effettivo servizio reso all’interno della struttura e nel reparto esclusivamente riservato ai malati, e ai casi da accertare, di Coronavirus”.
 
“I lavoratori esternalizzati, dipendenti delle Cooperative Nuova Sair e Rekeep, sono infatti inquadrati come OSS, ausiliari e addetti alle pulizie ma spesso vengono utilizzati in maniera impropria. Per ciò che concerne gli ausiliari ad esempio – spiega Mattei – è un dato di fatto che gli stessi svolgano, all’interno del reparto in cui sono in degenza i pazienti infetti da Coronavirus, o che sono in attesa di accertamenti ulteriori in merito, mansioni non proprie della qualifica stessa, attraverso continui ordini di servizio emanati dall’azienda, con il tacito assenso delle cooperative, andando oltre quelle che sono le competenze di un ausiliario assolutamente non qualificato per espletare funzioni ad alto rischio all’interno di reparti ad alta intensità di cura. Peraltro, i corsi di formazione interni organizzati dall’azienda per preparare il personale esternalizzato all’emergenza in questione non sono assolutamente qualificanti.”
 
“Già nelle settimane scorse – sottolinea il sindacalista – avevamo richiesto un incontro alla Regione Lazio, che coinvolgesse le Cooperative e l’Amministrazione, al fine di affrontare questo aspetto e mettere un punto ad una situazione che, non andando a rispettare procedure operative prestabilite, capitolato d’appalto e qualifiche, mette a rischio i lavoratori esternalizzati. Ad oggi, nessuno ha risposto alla nostra richiesta, lasciando di fatto i lavoratori al proprio destino. Questo per quanto ci riguarda è inaccettabile”.
 
“Vogliamo che datori di lavoro e Regione Lazio si prendano le proprie responsabilità, anche e soprattutto visto il momento storico. Chiediamo, dunque – conclude Mattei – il rigido rispetto delle mansioni e qualifiche previste dal capitolato d’appalto al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori esternalizzati, ed inoltre vogliamo che nel prossimo futuro lo stesso capitolato d’appalto venga rivisto con l’individuazione di figure idonee soprattutto alla specificità della struttura in questione, oltre alla creazione di una apposita task force che, come accade per gli operatori del comparto, possa entrare in campo a tutela dei lavoratori esternalizzati in casi di emergenza come quello attuale.”

27 febbraio 2020
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