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Coronavirus. Eparina si o no? Aifa: “Valutare caso per caso, urgenti studi per valutarne efficacia”


L’Agenzia del farmaco ha pubblicato una scheda per fare il punto sull’uso di Eparine a basso peso molecolare nel trattamento di pazienti Covid 19. Ci sono ancora “evidenze incomplete e con importanti incertezze anche in merito alla sicurezza, si sottolinea l’urgente necessità di studi randomizzati che ne valutino efficacia clinica e sicurezza”. LA SCHEDA

12 APR - Eparine a basso peso molecolare: perché alcune fonti indicano il farmaco come utile nella cura di COVID-19? Per quali pazienti è eventualmente raccomandabile? A quali dosaggi e in quali forme? A queste e ad altre domande risponde una scheda elaborata dalla Commissione Tecnico Scientifica di AIFA.
 
La scheda riporta in modo chiaro le prove di efficacia e sicurezza disponibili al momento, fornendo ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente.
 
Al momento è stato effettuato una sola “analisi retrospettiva su 415 casi consecutivi di polmonite grave in corso di COVID-19 (erano definiti gravi i pazienti con almeno una delle seguenti caratteristiche: FR >30 respiri/min; SpO2 4) che considera parametri di laboratorio e clinici. Nei trattati con eparina con valori di D-dimero nella norma è stata osservato un maggior numero di eventi avversi emorragici. Questo studio presenta una serie importante di limiti (è retrospettivo, presenta bias di selezione rispetto alle terapie associate ecc.), ma rappresenta l’unico elemento conoscitivo ad oggi disponibile”.

“Poiché tale indicazione si basa su evidenze molto preliminari – precisa Aifa -, essa può essere considerata solo dopo un’attenta valutazione caso per caso. È importante inoltre considerare che lo studio retrospettivo sopra descritto indica che nei pazienti che non mostrano pari livelli di attivazione della coagulazione, la somministrazione di eparina non apporta benefici, ma potrebbe anche indurre un peggioramento.
 
Per questo Aifa rimarca come “poiché l’uso terapeutico delle EBPM sta entrando nella pratica clinica sulla base di evidenze incomplete e con importanti incertezze anche in merito alla sicurezza, si sottolinea l’urgente necessità di studi randomizzati che ne valutino efficacia clinica e sicurezza”.

12 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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