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Coronavirus, Guerra (Oms): “Attesa seconda ondata in autunno”. Appello di Italia Longeva agli anziani: “Vaccinatevi contro l’influenza”

di Lucia Conti

“La pandemia ci ha fatalmente ricordato che per i virus la fragilità è un terreno fertile. È quindi indispensabile proteggere gli anziani vaccinandoli, ma bisogna organizzarsi tempestivamente”. Questo il messaggio che Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva, ha lanciato nel corso di un webinar dedicato al tema della vaccinazione e al suo possibile ruolo nella battaglia al coronavirus. Zampa (Ministero Salute): “E' una delle armi di difesa più utili”. E mentre Ranieri Guerra (Oms) evidenzia il problema della scarsa copertura vaccinale tra gli operatori sanitari, Rezza (ministero Salute) annuncia una possibile circolare sulla raccomandazione della vaccinazione antipneumococcica per proteggere gli anziani anche dalle polmoniti da pneumococco.

11 GIU - Il coronavirus fa un po' meno paura oggi, in Italia. Ma non è scomparso. E con l'arrivo dell’autunno, secondo gli esperti, è giusto aspettarsi una importante ripresa dei contagi. Per questo proteggere le persone più fragili è fondamentale. Con il distanziamento sociale e i dispositivi di protezione individuale, sicuramente, ma anche con la vaccinazione influenzale. Per evitare che il coronavirus si faccia strada tra le complicanze polmonari e cardiache derivanti dalle infezioni più comuni. Per permettere anche ai medici di diagnosticare i casi di covid19 distinguendoli più facilmente dall’influenza. E anche per evitare che i pazienti con l’influenza intasino i pronto soccorso e i reparti ospedalieri mandando il tilt l’intero sistema e rendendolo incapace di fronteggiare una nuova ondata di coronavirus. Di tutto questo si è parlato oggi nel corso del webinar “Anziani, fragili, vaccinati: se non ora quando?” promosso da Italia Logenva, che ha lanciato alla sanità pubblica italiana un appello che è anche una sfida: raddoppiare le coperture vaccinali degli anziani, ferme oggi a poco più del 50%.

Un obiettivo non semplice. Da una parte perché presuppone una  presa di coscienza della popolazione sull’importanza della vaccinazione, che finora non c’è stata (per questo alcune Regioni, come il Lazio, hanno pensato di introdurre, almeno per quest’anno, l’obbligo vaccinale). Ma anche perché bisognerà vaccinare di più, vaccinare prima (già da settembre), organizzarsi bene e organizzarsi in fretta, per non correre il rischio di subire ritardi nell’approvvigionamento dei vaccini (in Italia gli over-65 sono quasi 14 milioni, senza contare le altre categorie a rischio) e anche per evitare assembramenti derivanti da un’affluenza incontrollata di pazienti - non solo anziani - presso i centri vaccinali e gli studi dei medici di famiglia. Il timore è che il sistema potrebbe non essere pronto.

Occorre allora iniziare ad organizzarsi, da subito. Come spiegato oggi dai rappresentanti politico-istituzionali, della comunità medico-scientifica e del mondo della distribuzione che hanno partecipato al webinar: Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva e membro della CTS della Protezione Civile; Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute; Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms); Giovanni Rezza, Direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute; Alessio D’Amato, Assessore alla Salute della Regione Lazio; Paolo Bonanni, coordinatore scientifico Calendario per la Vita; Danilo Cereda, Direzione generale Welfare, Regione Lombardia; Nadia Storti, Dg Asur Marche; Roberto Ieraci, Gruppo di lavoro “strategie vaccinali" della Regione Lazio; Michele Tonon, Direzione prevenzione Regione Veneto; Claudio Criceli, presidente Simg; Tommasa Maio, responsabile Area vaccini Fimmg e Annarosa Racca, presidente Ferderfarma Lombardia.

“La pandemia ci ha fatalmente ricordato che per i virus la fragilità è un terreno fertile dove attecchire”, ha detto il Prof. Roberto Bernabei. “Un motivo in più per vaccinare tutti gli anziani contro l’influenza stagionale - ma anche contro le altre malattie che possono colpire più duramente da vecchi, a partire da polmonite pneumococcica, pertosse e herpes zoster - rendendo così il Coronavirus più riconoscibile e con un’evoluzione clinica meno severa, non andando a sovrapporsi in uno stesso soggetto”.

“Tuttavia - ha evidenziato Bernabei -, dal punto di vista logistico-organizzativo, bisognerà procedere in un modo diverso rispetto al passato, provvedendo tempestivamente al fabbisogno previsto da ogni singola Regione, anticipando l’inizio della campagna vaccinale per non farsi cogliere impreparati da una possibile seconda ondata pandemica, garantendo ai cittadini la massima sicurezza dell’atto vaccinale e rendendo più efficiente la rete di distribuzione dei vaccini, con il pieno coinvolgimento dei medici di famiglia e delle farmacie”.

Intanto, il Ministero della Salute ha emanato le una circolare contenente le linee guida per la prossima campagna di vaccinazione antinfluenzale. La circolare, tra le altre cose, abbassa da 65 a 60 anni l’età per usufruire dell’offerta attiva e gratuita e raccomanda fortemente la vaccinazione a tutti quei soggetti suscettibili di entrare in contatto con gli anziani e i fragili: i bambini da 6 mesi a 6 anni, i familiari e i caregiver, gli operatori sanitari. Uno scudo, in sostanza, per proteggere le persone più vulnerabili, che hanno pagato il tributo più alto durante la pandemia di Covid-19 in termini di contagi, ospedalizzazioni e decessi.

“Oggi più che mai le persone anziane hanno diritto ad essere tutelate per tornare ad una vita piena e quanto più normale possibile. In attesa di un vaccino specifico contro il coronavirus, gli anziani devono quindi comprendere quali sono tutti gli strumenti a loro disposizione per proteggersi. Una delle armi di difesa più utili è sicuramente il vaccino antinfluenzale e proprio per questa ragione il Ministero della Salute ha stabilito di aumentare le coperture vaccinali degli adulti e degli anziani fragili”, ha dichiarato la Sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa.

Ranieri Guerra e Giovanni Rezza hanno confermato che c’è da aspettarsi una ripresa importante dei contagi per il prossimo autunno, “settembre-ottobre". Evitare una sovrapposizione di casi di coronavirus e di casi di influenza diventa quindi fondamentale, hanno spiegato. Ma hanno anche evidenziato come non basta che a vaccinarsi siano gli anziani. Ranieri Guerra ha voluto rivolgere l’attenzione agli operatori sanitari: “In Italia abbiamo una scadentissima copertura vaccinale tra gli operatori sanitari e questo è un aspetto grave di cui tenere conto, perché se da una parte l’operatore è esposto, dall’altra può divenire a sua volta fonte di contagio per persone già malate”.

In questo ambito, la situazione, per il direttore generale aggiunto dell’Oms, è “veramente critica e dalle opinioni che stiamo raccogliendo sembra che neanche quanto accaduto con il coronavirus abbia convinto gli operatori sanitari a vaccinarsi contro l’influenza”.

Guerra ha quindi richiamato il Dgls 81 in materia di sicurezza del lavoro: “E’ dovere dei datori tutelare il personale esposto e mi piacerebbe che da parte del Direttori generali ci fosse una attenzione particolare nell’assicurarsi che i loro dipendenti siano vaccinati”.
 
Secondo i dati forniti da Giovanni Rezza, lo scorso anno la copertura vaccinale degli operatori si è fermata al 32%.

Il Direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute ha quindi spiegato che, in vista della “competizione" internazionale che scatterà per accaparrasi il vaccino, le istituzioni centrali italiane hanno già avuto un incontro con Farmindustria “per assicurarci una buona risposta dalle aziende”.

Rezza ha poi fatto sapere che non sono attese dosi residue di vaccini “ma se dovessero avanzare, le distribuiremo gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta, anche al di fuori dalle fasce raccomandate. Perché comunque più vacciniamo, meglio è”.

Rezza ha quindi annunciato che il ministero sta valutando la possibile emanazione di una circolare sulla vaccinazione antipneumococcica per gli anziani. “Ridurre il carico di polmonite di pneumococco sarà di estrema importanza quest’anno, quindi potrebbe essere utile una circolare ad hoc”.

Insomma, sull’importanza della vaccinazione le istituzioni e la comunità scientifica non ha dubbi. Ma tra i cittadini c’è chi invece non è d’accordo. Per questo alcune Regioni, è il caso del Lazio, hanno introdotto, per il prossimo autunno, la vaccinazione obbligatoria per gli over-65 e gli operatori sanitari. “Alcune associazioni hanno presentato ricorso al Tar contro la nostra ordinanza, ma siamo pronti a difendere le nostre ragioni”, ha fatto sapere Alessio D’Amato, Assessore Sanità e Integrazione socio-sanitaria, Regione Lazio. “Mi rendo conto che abbiamo forzato la mano, ma dobbiamo trasmettere un messaggio forte sulla vaccinazione e mi auguro che anche il Parlamento possa dare una indicazione chiara: l’obbligatorietà, a mio avviso, quest’anno è necessaria. Abbiamo già pagato un prezzo enorme con l’epidemia covid 19, non possiamo permetterci errori. Un’alta copertura vaccinale ci permette di costruire una diga nel caso arrivi una seconda ondata di contagi da coronavirus. Dobbiamo essere pronti”, ha detto D’Amato.

L’intervento di Paolo Bonanni, Coordinatore Scientifico del Calendario per la Vita, non ha fatto che confermare l’importanza di una campagna vaccinale efficace: “Uno studio sui malati di covid 19 gravi in Cina ha dimostrato che nella grande maggioranza dei casi si era di fronte a una sovrapposizione di infezioni. È evidente quanto sia importante proteggere gli anziani con un piano che incrementi la copertura non solo della vaccinazione influenzale, ma di tutti gli altri vaccini utili agli anziani. Bisogna inoltre aprire una discussione sull’appropriatezza dei vaccini, perché non sono tutti uguali. Ogni persona deve poter accedere al prodotto migliore per le sue condizioni”.

Uno sforzo, secondo Bonnanni, va poi compiuto per incrementare la vaccinazione tra le categorie dei malati più fragili: “Solo il 30% dei pazienti oncologici si vaccina e questo è un dato che fa rabbrividire. È necessario un coinvolgimento e un impegno maggiore da parte dei nostri colleghi specialisti”.

Al di là degli obblighi e delle raccomandazioni, il prossimo autunno ci si aspetta che siano in molti a chiedere di vaccinarsi, anche tra i più giovani. I servizi sanitari regionali non potranno correre il rischio di farsi trovare impreparati. Per chi non lo ha già fatto, bisognerà chiudere al più presto le gare d’acquisto. Per chi non lo ha già fatto, bisognerà identificare quanto prima soluzioni logistiche atte a vaccinare in sicurezza, nel pieno rispetto del distanziamento sociale: teatri, cinema, palestre, sono alcuni dei luoghi che potrebbero garantire questo obiettivo, come già prospettato in alcune realtà territoriali.

Le Marche ha già chiesto un raddoppio delle dosi, per un totale di 500 mila. “A livello organizzativo stiamo individuando alcuni spazi, come i palazzetti dello sport o altri locali comunali, che già in questa fase utilizziamo per recuperare le vaccinazioni pediatriche e giovanili sospese durante il lockdown. Questi spazi dovrebbero restare a disposizione anche per la campagna di vaccinazione influenzale”, ha spiegato Nadia Storti, DG Asur Marche. Storti ha poi riferito di un accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. L’obiettivo è arrivare al 70-80% di copertura vaccinale. “Certo che se ci fosse l’obbligatorietà o un altro atto più cogente di quello regionale, le coperture potrebbero diventare anche più alte”.

Danilo Cereda ha spiegato che la Lombardia già lo scorso anno aveva fatto un importante fatto investimento sulla vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica. “Una novità che verrà confermata anche quest’anno è la distribuzione vaccini ai medici di medicina generale tramite farmacie”. Alla Asst è stato chiesto di individuare gli spazi necessari per effettuare le vaccinazioni evitando il rischio di assembramenti.

Anche il Veneto spinge sull’integrazione con i mmg. “Siamo poi impegnati sul fronte delle Rsa, dove promuoveremo una campagna antipnueomococcica, ma anche una forte raccomandazione per l’antinfluenzale che coinvolga gli operatori delle strutture e i famigliari degli ospiti”.

Per Roberto Ieraci, Regione Lazio, bisogna pensare a rendere la vaccinazione “il più accessibile possibile, perché è questo il vero nocciolo della questione”. In questo ambito ha ipotizzato l’utilizzo di spazi nei Centri anziani e nelle parrocchie, nonché punti vaccinali “drive” come quelli utilizzati per effettuare i tamponi durante l’emergenza covid attraverso il finestrino dell’automobile.

Dalla Campania Angelo D’Argenzio ha riferito di una “ripresa”, nella Regione, delle coperture vaccinali: “Anche se siamo ancora lontani dal 73% di alcuni anni fa, oggi circa il 63% degli ultra 65enni si vaccina”. D’Argenzio ha quindi presentato un altro dato della Campania legato all’emergenza covid: “Il 36% dei pazienti è aveva una patologia cronica e il 64% dei deceduti aveva una o più malattie croniche. Questo va fatto sapere ai cittadini”.

Claudio Cricelli ha riferito che la Simg sta elaborando un documento per la riorganizzazione delle attività ambulatoriali dei mmg, in vista della campagna vaccinale. “Il dopo covid - ha detto - sarà un tempo di distanza ma anche di lentezza, perché gli studi medici non potranno essere affollati e questo comporterà una dilatazione dei tempi delle prestazioni. Il covid ha cambiato molte cose e anche la nostra professione va ripensata”. Cricelli ha quindi fatto sapere che la Simg ha approvato una dichiarazione in cui si sottolinea che “vaccinarsi per il medico è un obbligo morale”, questo anche allo scopo di sensibilizzare la popolazione.

Anche la Fimmg sta riflettendo su come meglio organizzare le vaccinazioni. “Penso si dovrebbe prevedere la possibilità di vaccinare a domicilio i pazienti non autosufficienti, esposti al rischio di ammalarsi, perché anche se loro non escono di casa, sono a contatto con famigliari e amici che lo fanno”, ha detto Tommasa Maio.

Maio ha poi richiamato l’attenzione su alcuni aspetti: “Abbiamo bisogno che l'approvvigionamento di vaccini sia costante e tempestivo. Lo stesso vale per i Dpi, perché non deve accadere quanto successo nei mesi scorsi, con i medici di famiglia lasciati ad affrontare il covid 19 a mani nude. Non è un caso se circa la metà (57) di tutti i medici deceduti per covid 19 erano medici di famiglia”.

La presidente di Federarma Lombardia, Annarosa Racca, ha voluto ricordare quanto l’emergenza sia stata difficile anche per i farmacisti, perché “le farmacie sono state uno dei pochissimi servizi rimasti aperti anche in piena pandemia”. Ma ha voluto anche sottolinea il ruolo che i farmacisti possono continuare a svolgere per incrementare le vaccinazioni, “anzitutto comunicando ai cittadini l’importanza di vaccinarsi e rispondendo i loro dubbi”. E poi attraverso la distribuzioni delle dosi ai mmg. Ma per Racca si potrebbe anche pensare di introdurre la somministrazione della vaccinazione direttamente in farmacia: “In 13 paesi europei questo avviene già, perché non in Italia? Se si pensa che in Portogallo il 40% di tutte le vaccinazioni vengono fatte in farmacia, è facile capire il grande potenziale di questa opportunità”.
 
Lucia Conti

11 giugno 2020
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