Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 18 APRILE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Farmaci. Cosentino (Pfizer): “Non chiediamo incentivi ma regole trasparenti e condivise” 


Intervista al presidente a Ad di Pfizer Italia Ugo Cosentino che valuta “importante” la proposta del sottosegretario De Vincenti di aprire un tavolo per il rilancio del comparto. “Non chiediamo particolari incentivi ma una politica farmaceutica che riconosca il valore della ricerca e dell’innovazione”. 

07 MAG - Ugo Cosentino, presidente e amministratore delegato di Pfizer Italia giudica, in questa intervista esclusiva a Quotidiano Sanità, con favore l’annuncio di un’apertura di un tavolo di confronto con il Governo sulle prospettive del settore farmaceutico, lanciata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti durante il recente seminario  sull’industria del farmaco organizzato dalla Fondazione Sicurezza in Sanità. Ma in ogni caso Cosentino evidenzia come nonostante “il comparto farmaceutico sia una leva strategica per il Paese spesso viene percepito e vissuto come un costo”. Per queste ragioni, per Cosentino sarebbe necessaria “una politica che stabilisca regole che non penalizzino ulteriormente il settore e che ponga le basi per garantire la stabilità degli investimenti in produzione e in ricerca nel nostro paese”.
 
 
Come giudica l’azienda l'annuncio del sottosegretario allo Sviluppo Economico De Vincenti sull'imminente apertura di un tavolo di confronto sulle prospettive del comparto farmaceutico?
 
Ritengo che sia estremamente importante, soprattutto nell’attuale contesto economico che necessita di rigore, ma anche di politiche per la crescita economica. Il comparto farmaceutico rappresenta, infatti, una leva strategica per l’economia del Paese: la prima in Italia per numero di addetti, valore alla produzione, investimenti, export.Basti pensare che la farmaceutica apporta un contributo diretto e indotto al Paese di 12,5 miliardi di euro. Il settore conta oltre 66 mila addetti, 130 mila se si considera anche l’indotto, per un totale di 6,5 miliardi tra stipendi pagati e contributi versati, 36 miliardi di valore della produzione. Si contano, inoltre, più di 6 mila ricercatori, ossia il 9 per cento del totale rispetto all’1,6 della media delle imprese. Si tratta di un settore ad altissima intensità di R&D che per il nostro Paese contribuisce più degli altri settori hi-tech in termini di export, produzione e quota di mercato nei settori ad alta tecnologia. Gli investimenti in Ricerca & Sviluppo rappresentano solo l’1,2% del PIL in Italia. Per crescere occorre far leva sulle imprese che investono in R&S e operare scelte strategiche orientate ad alcuni settori ad alta capacità di innovazione.
Ciononostante, l’industria farmaceutica è spesso percepita e vissuta come un costo e non un valore nel nostro Paese. Esistono problematiche e ostacoli con cui chi opera nel settore si deve confrontare: dai costi dell’innovazione farmacologica alle problematiche di accesso alle terapie; dall’impatto delle manovre di contenimento della spesa alla frammentazione dei sistemi regionali.
 
Quali sono le criticità del settore, anche alla luce delle misure previste dalla manovra della scorsa estate,  se non si dovesse raggiungere un accordo differente con il Patto della Salute? 
 
Le difficoltà sono legate al contenimento della spesa sanitaria, che ha avuto un impatto, negli ultimi anni, soprattutto sulla spesa farmaceutica. Si è adottata la tattica di operare tagli sui prezzi e di utilizzare altri meccanismi di contenimento della spesa farmaceutica, sia a livello nazionale che regionale, con conseguenze rilevanti sulle imprese private, basate sulla ricerca. Si è inciso, invece, in maniera parziale sul contenimento della spesa delle strutture pubbliche che erogano servizi sanitari. Nel periodo 2010-2012, infatti, sono stati operati tagli sulla spesa farmaceutica pari a 1,8 miliardi di euro, mentre nell’ultimo DEF sono previsti tagli sul farmaco di ulteriori 2 miliardi sui 7,5 previsti nell’ambito del risparmio sulla spesa sanitaria. Ciò in aggiunta al sistema di prezzo e rimborso che nel nostro paese “vanta” i prezzi dei farmaci rimborsati più bassi d’Europa e sistemi di rimborso condizionato con una metodologia di payment by results / risk sharing per le nuove terapie che sono, in gran parte, utilizzate in ambito ospedaliero. Non solo, viene richiesto un pay back del 35% sull’eventuale sforamento del tetto per la spesa farmaceutica ospedaliera, che è noto essere sottostimato sin dal primo anno di introduzione, nel 2008, e che è rimasto al 2,4 % a fronte di una spesa che era del 3,7% il primo anno, fino ad arrivare al 4,6 per cento del quarto anno dall’introduzione del tetto. I fattori che incidono sullo sviluppo delle imprese farmaceutiche sono molteplici, in particolare: il sistema della ricerca e delle università; la protezione della proprietà intellettuale; i meccanismi di prezzo e rimborso; la trasparenza e la mancanza di un sistema di regole certe e omogenee sul territorio nazionale, nonché i tempi di accesso e adozione dei nuovi farmaci.
A questo si aggiunge il fatto che lo sviluppo di nuovi farmaci ha costi sempre più elevati, soprattutto alla luce delle scoperte nel campo della genetica e delle biotecnologie, che mirano sempre di più ad una medicina personalizzata o alla precision medicine. In soli dieci anni, il costo per lo sviluppo di un nuovo farmaco è passato da circa 800 milioni a quasi 1 miliardo e mezzo di euro, con investimenti che producono un ritorno a 12-15 anni dalla scoperta. La prima conseguenza di certe scelte è convincere le multinazionali a rimanere in Italia, con conseguenze sui tagli al personale che fino ad oggi significa aver perso 10.000 posti di lavoro negli ultimi cinque anni.
 
Quali sono i problemi più urgenti per le aziende? 
 
Non chiediamo particolari incentivi, come altri comparti industriali, ma una politica farmaceutica che riconosca il valore della ricerca e dell’innovazione. Una politica che stabilisca regole che non penalizzino ulteriormente il settore e che ponga le basi per garantire la stabilità degli investimenti in produzione e in ricerca nel nostro paese. Chiediamo una giusta remunerazione del capitale investito e il riconoscimento del valore dei farmaci. Chiediamo un sistema di regole trasparenti e condivise; scelte strategiche che puntino alla crescita economica, senza penalizzare il settore;  garanzia della tutela della proprietà intellettuale; tempi di pagamento secondo quanto previsto dalle norme europee; tempi e modalità di accesso su tutto il territorio nazionale in linea con gli altri grandi paesi europei; e, soprattutto, coerenza con le politiche nel campo della salute - previsti da Europa 2020 - per poter attrarre investimenti esteri in Italia, anche a scapito di altri paesi, perché crediamo ancora nel ruolo che possiamo avere per la crescita del nostro paese.
 
Quali sono invece le proposte per un rilancio del settore?
 
L’industria farmaceutica può dare un contributo fondamentale alla società, non soltanto attraverso lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti, ma collaborando con tutti gli attori del mondo della sanità, a cominciare dalle Istituzioni. Quando i governi hanno chiesto e chiedono investimenti per le emergenze epidemiologiche, le imprese di ricerca hanno sempre risposto mettendo a disposizione i propri capitali e le proprie risorse per trovare le necessarie soluzioni terapeutiche. I cambiamenti dell’assetto demografico, l’aumento della età media della popolazione, una nuova concezione di benessere, la domanda crescente di salute, l’esigenza crescente di contenimento della spesa sia a livello Nazionale che Regionale, hanno determinato l’esigenza di arrivare ad un “nuovo” sistema sanitario. La situazione in cui il sistema Paese si trova, caratterizzata da una sempre più scarsa disponibilità di risorse, richiederà sempre più come una scelta necessaria ed obbligata che l’allocazione delle stesse sia finalizzata al raggiungimento dei migliori outcome di salute: fare meglio con le risorse a disposizione, essere efficaci ed efficienti. L’industria farmaceutica può dare un contributo fondamentale alla società, non soltanto attraverso lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti, ma collaborando con tutti gli attori del mondo della sanità, a cominciare dalle Istituzioni. Le aziende possono operare in sistemi integrati che mettano al centro la partnership con enti pubblici quale elemento di sviluppo sostenibile e di innovazione. La partnership con enti pubblici, veri e propri territori “fertili” (Università, Centri di Ricerca pubblici e privati, aziende  piccole, medie, grandi, start up, spin off) permettono la condivisione e la complementarietà dei saperi che da sempre costituiscono un elemento di sviluppo per il sistema paese. Migliorare il sistema sanitario adattandolo al nuovo enviroment è una sfida ambiziosa, per la quale è necessario poter contare sul lavoro di squadra dei protagonisti della scena sanitaria. 

07 maggio 2012
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy