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Pressione sanguigna. “Picchi notturni” aumentano il rischio cardiovascolare

di Lisa Rapaport

Uno studio retrospettivo condotto in Giappone sui dati di oltre 6 mila pazienti, ha messo in evidenza come picchi di ipertensione notturna possano aumentare il rischio di eventi cardiovascolari e di insufficienza cardiaca. “Durante il sonno, la posizione supina aumenta il ritorno venoso, con conseguente aumento del precarico cardiaco”, sottolinea Kario, autore principale dello studio, “l’innalzamento della pressione sistolica notturna agisce notevolmente sulla tensione della parete cardiaca, aumentando sia il precarico che il postcarico”.

03 NOV - (Reuters Health) – Le persone che soffrono di innalzamenti della pressione sanguigna durante la notte sono a maggior rischio di eventi cardiovascolari e insufficienza cardiaca. A questa conclusione cui è giunto uno studio pubblicato da Circulation e coordinato da Kazuomi Kario, della Jichi Medical University di Tochigi, in Giappone.
 
I ricercatori hanno esaminato i dati di 6.359 pazienti con almeno un fattore di rischio per eventi cardiovascolari, ma nessun sintomo di malattia cardiovascolare, sottoposti a monitoraggio della pressione per 24 ore. Dopo un follow-up medio di 4,5 anni si sono verificati 309 eventi cardiovascolari, tra cui 119 ictus, 99 episodi di malattia coronarica e 88 casi di insufficienza cardiaca.

In particolare, ogni aumento di 22mmHg di pressione sistolica durante la notte era associato a un rischio maggiore di malattia cardiovascolare aterosclerotica e di insufficienza cardiaca. Rispetto al normale ritmo circadiano, un ritmo interrotto da un aumento della pressione di notte rispetto a quella registrata di giorno era associato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (HR 1,48) e insufficienza cardiaca (HR 2,45).

Inoltre, tra i pazienti con pressione sanguigna sistolica tenuta sotto controllo nelle 24 ore, quelli con un’alterazione della pressione giornaliera e con sostanziali riduzioni della pressione notturna mostravano un aumentato rischio di ictus (HR 1,61).

“Durante il sonno, la posizione supina aumenta il ritorno venoso, con conseguente aumento del precarico cardiaco”, sottolinea Kario, “L’innalzamento della pressione sistolica notturna agisce notevolmente sulla tensione della parete cardiaca, aumentando sia il precarico che il postcarico”.

Fonte: Circulation

Lisa Rapaport

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

03 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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