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Farmaci. Giovani medici e farmacisti a lezione di equivalenti e biosimilari


Veicolare ai professionisti di domani il messaggio che il farmaco equivalente offre le stesse garanzie di qualità, efficacia e sicurezza del brand. È l’obiettivo della lezione che, dopo Roma, sarà organizzata, con il contributo di Teva, alla Facoltà di Farmacia dell'Università degli Studi di Milano.

23 MAG - Nonostante la richiesta di generici sia in continua crescita in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea (Germania e in Inghilterra il 50-70% dei farmaci dispensati è generico), in Italia rappresentano solo il 15-16% della quota di mercato. Parte da questo dato l’iniziativa promossa il 21 maggio scorso alla facoltà di Farmacia e Medicina di Sapienza Università di Roma e che sarà replicata il 24 maggio alla Facoltà di Farmacia dell'Università degli Studi di Milano per illustrare ai futuri medici e farmacisti gli aspetti regolatori, farmacologici e clinici degli equivalenti, i problemi ancora aperti riguardanti i farmaci biosimilari e il ruolo di questi medicinali nella pratica clinica. Un'iniziativa promossa con il contributo di Teva, azienda farmaceutica del settore degli equivalenti.

 “Riteniamo molto valida questa iniziativa che abbiamo volentieri ospitato data l’importanza che ha per farmacisti, medici e cittadini la conoscenza delle potenzialità dei farmaci equivalenti, sia in termini di efficacia e sicurezza terapeutica, sia come contributo significativo alla razionalizzazione della spesa del sistema sanitario nazionale”, ha affermato Eugenio Gaudio, Preside della facoltà di Farmacia e Medicina della Sapienza, in occasione della lezione del 21 maggio scorso.

“Il medicinale equivalente – ricordano gli organizzatori - offre le stesse garanzie di qualità, efficacia e sicurezza del prodotto originatore, perché arriva nelle farmacie dopo essere stato sottoposto dall’Aifa agli stessi controlli di qualità di tutte le altre specialità e segue precisi standard applicati anche negli Paesi europei. L'opportunità di risparmio per i cittadini e per il Servizio Sanitario Nazionale è legata alla mancanza di coperture brevettali e ciò comporta un risparmio medio del 55% rispetto ai farmaci di marca”.

Un risparmio medio di almeno il 30% rispetto all’originatore potrebbero invece consentire i farmaci biotecnologici biosimilari. Questi, a differenza degli equivalenti, non sono “i generici” dei farmaci biotecnologici, perché la loro natura e il complesso processo produttivo non consentono la riproduzione di una molecola identica all’originale. Proprio per queste peculiarità, l’European Medicines Agency (Ema) ha richiesto linee guida ad hoc per garantire la qualità, l’efficacia e la sicurezza dei prodotti immessi in commercio.

“Poiché sono usati soprattutto in ambito ospedaliero, il risparmio sarebbe significativo per il Sistema Sanitario Nazionale, liberando risorse sia per l’accesso di un numero più elevato di soggetti alle terapie innovative, sia per la sostenibilità economica dei sistemi sanitari”, osservano gli organizzatori, sottolineando che “nonostante le differenze strutturali e regolatorie tra generici e biosimilari, le controversie sviluppatesi dopo la loro immissione in commercio sono molto simili e permangono dubbi e resistenze  tra i consumatori e tra la classe medica”.
 
Eppure, secondo gli organizzatori, nel nostro Paese "continuano a resistere dubbi sull’efficacia, su un’effettiva bioequivalenza, sugli eccipienti, persino sulle quantità di principio attivo. Un disorientamento che coinvolge non solo i consumatori ma anche la classe medica". Situazione a cui le lezioni su I farmaci generici-equivalenti e in generale a brevetto scaduto tra pregiudizi e resistenze. appropriatezza d’uso e sostenibilità si propongono di dare una risposta.

23 maggio 2012
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