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Difficoltà a scuola? Ferro e zinco alleati delle studentesse


Il rendimento scolastico dipende anche da quello che si mangia: il ferro e lo zinco influiscono sulle performance scolastiche, specie per le ragazze. A confermarlo è uno studio condotto dal Servizio di Fisiopatologia Metabolico-nutrizionale dell’Irccs Fondazione Maugeri.

07 GIU - L’assunzione di ferro è significativamente associata a buoni voti in matematica, scritta e orale, e in italiano scritto; lo zinco invece influisce sui risultati in matematica ma non in italiano. È quanto ha confermato uno studio condotto da Roberto Aquilani, responsabile del Servizio di Fisiopatologia Metabolico-nutrizionale dell’Istituto Scientifico di Montescano (PV) dell’Irccs Fondazione Maugeri, pubblicato sulla rivista Current Topics in Nutraceutical Research nel 2011, col quale si è voluto indagare il ruolo dei nutrienti ferro e zinco sul rendimento scolastico delle ragazze adolescenti. Mantenere una media scolastica superiore al 6 in tutte le materie, memoria, attenzione, capacità di ragionamento e ideazione, infatti, per molti studenti è semplice, ma a molti altri costa fatica e il risultato non sempre dipende dalla naturale predisposizione o dalla volontà e l’impegno.
 
“L’impatto negativo dell’insufficienza alimentare sulla capacità di apprendimento dei bambini è ampiamente documentato, come è stato anche dimostrato che la carenza di ferro è sfavorevole al rendimento scolastico, mentre l’integrazione di ferro nella dieta carente del nutriente migliora le performance – afferma Aquilani–. Con lo studio realizzato in collaborazione con gli insegnanti della scuola ‘L.G. Faravelli’ di Stradella (PV), abbiamo voluto indagare, nello specifico, gli effetti di ferro e zinco assunti con la normale alimentazione nell’apprendimento scolastico delle ragazze in età adolescenziale, che notoriamente soffrono della mancanza o carenza di questi elementi, in particolare del ferro, in parte perché ne assumono meno rispetto ai maschi, in parte perché a questa età ne perdono in quantità maggiore per via dei cicli mestruali”.
 
Sono state quindi arruolate quaranta studentesse di età media 14 anni ed è stato chiesto loro di tenere un diario alimentare per sette giorni al termine del primo quadrimestre dell’attività scolastica. L’assunzione dei nutrienti è stata determinata analizzando i diari, mentre le performance scolastiche sono emerse dalle valutazioni del primo quadrimestre. In particolare, sono stati osservati i voti in due materie: matematica, scritta e orale, e italiano scritto. Sono stati quindi incrociati i voti ottenuti dalle studentesse, nelle materie selezionate, con i nutrienti assunti; il gruppo di studio ha inoltre analizzato le differenze nell’assunzione dei nutrienti e le variabili antropometriche delle studentesse divise in due gruppi: coloro che avevano ottenuto la sufficienza (voto uguale o superiore a 6/10) e quelle invece con prestazioni scolastiche insufficienti (voto inferiore a 6/10).
 
“I dati raccolti hanno evidenziato che l’assunzione di ferro con l’alimentazione abituale è significativamente associata a buoni voti in matematica, scritta e orale, e in italiano scritto – continua Aquilani –; lo zinco invece influisce sui risultati in matematica ma non in italiano. Pur rilevando che le quantità di ferro e zinco assunte dalle studentesse di entrambi i gruppi sono inferiori alle dosi giornaliere consigliate per un’alimentazione sana ed equilibrata, i dati mostrano come laddove c’è maggiore assunzione dei due nutrienti si raggiungono risultati scolastici più soddisfacenti. Si nota inoltre che tutti i nutrienti assunti dalle ragazze, ad eccezione di ferro e zinco, hanno valori simili sia nelle studentesse con buoni voti sia in quelle con voti insufficienti; l’assunzione di ferro e di zinco è invece significativamente maggiore nel gruppo di ragazze che ha i risultati migliori. Questo enfatizza la rilevanza delle conclusioni: che ferro e zinco influiscono in modo considerevole sull’apprendimento e il rendimento scolastico. Il rapporto appare ancora più forte quando i due micronutrienti vengono considerati insieme. È interessante sottolineare – conclude Aquilani – che non sono stati somministrati integratori di ferro e zinco nella dieta delle studentesse prese in esame e che la valutazione del rendimento si è basata sui risultati ottenuti all’interno dei programmi scolastici, non da test di valutazione specifici. Questo fa pensare a una lunga durata dell’azione di ferro e zinco, se assunti regolarmente in modo da garantire al cervello un apporto costante”.

07 giugno 2012
© Riproduzione riservata

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