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Biosimilari. Assogenerici: “Un’occasione per indirizzare la spesa farmaceutica”


Per il vicepresidente di Assogenerici, Francesco Colantuoni, “commettere con i biosimilari gli stessi errori commessi con i farmaci equivalenti sarebbe gravissimo”. Dunque, promuovere la diffusione dei biosimilari per liberare risorse da destinare ai farmaci innovativi.

22 GIU - Già il prossimo anno scadranno i brevetti di molti importanti farmaci biotech. “Vogliamo sperare che il ruolo dei biosimilari che arriveranno non sia oggetto di quella comunicazione distorsiva che ha caratterizzato i farmaci generici. La natura stessa dei biosimilari non lascia spazio ad ambiguità di sorta: sono farmaci oggetto di una sperimentazione clinica frutto di biotecnologie più avanzate”.

Ad affermarlo è stato il vicepresidente di Assogenerici, Francesco Colantuoni, in occasione del Convegno dell’associazione dei produttori di farmaci equivalenti in corso a Roma. Per Colantuoni, “commettere con i biosimilari gli stessi errori commessi a suo tempo con i farmaci equivalenti sarebbe gravissimo per il welfare italiano. Basti considerare che nel 2008 il 50% dei primi 10 farmaci per consumo erano biotecnologici, nel 2014 questa quota salirà al 70%. Si vuole rinunciare all’occasione di razionalizzare quello che sarà il capitolo di spesa più importante nei prossimi anni?”.

Il vicepresidente di Assogenerici non ha dubbi sul fondamentale contributo che i biosimilari possono dare alla sostenibilità del sistema ma soprattutto all’allargamento della platea dei pazienti trattati con terapie allo stato dell’arte. “Ma non c’è solo la comunicazione”, evidenzia. Secondo Colantuoni, infatti, bisogna intervenire anche dal punto di vista delle procedure d'acquisto, “facendo in modo che i biosimilari possano competere direttamente con gli originators di riferimento, dal momento che la loro equivalenza terapeutica è dimostrata in termini di efficacia e sicurezza, come confermato al di là di ogni dubbio dal direttore dell’Aifa, professor Luca Pani, in totale consonanza con la European Medicines Agency (Ema)”.

“Un intervento – prosegue il vicepresidente - mi sembra urgente, anche in considerazione dei dati emersi dalla spending review operata dal Governo. Per l’eritropoetina, le differenze del prezzo di acquisto tra una Regione e l’altra variano fino al 365%: è una disparità, uno spreco, che il Servizio sanitario non può più permettersi. E questo non è che un esempio. Confermo che gli operatori del settore hanno grandi aspettative e nutrono fiducia nel ruolo che l’Agenzia Italiana del Farmaco avrà in questo aspetto strategico”.

In merito poi ai possibili ulteriori tagli della spesa farmaceutica, ha concluso il vicepresidente Colantuoni, “riteniamo che sarebbe una scelta dannosa, in ultima analisi, proprio per la salute dei cittadini, soprattutto se, come purtroppo è successo in passato, i risparmi generati da queste misure non rimanessero nel comparto farmaceutico, così da finanziare l’innovazione, ma fossero dispersi a coprire operazioni puramente contabili”.
 

22 giugno 2012
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