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Truffa all’Asp di Catania, farmacia privilegiata per medicine a malati terminali

Un pubblico impiegato della Asp avrebbe ricevuto beni materiali e la promessa di denaro in quota fissa mensile per gestire le pratiche assegnategli in modo che garantissero alla farmacia la quasi esclusività della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari per cure palliative destinati a malati terminali, limitando la libera scelta di questi ultimi a quel solo esercizio farmaceutico. Questo avrebbe permesso alla farmacia, nel 2020, di fatturare all'Asp 645.070 euro, pari al 16% della spesa farmaceutica integrativa sostenuta nella provincia di Catania.

17 GEN - Alla fine di una indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, il Nas di Catania ha eseguito un’Ordinanza di misure cautelari interdittive nei confronti di nove persone (un dirigente medico, un impiegato ASP, un direttore di farmacia, imprenditori nel settore sanitario e informatori del farmaco, un'assistente sociale e un privato) accusati di avere messo in atto una truffa per l’erogazione di farmaci ai malati terminali dell’Asp di Catania. Tre 3 delle ordinanze sono destinatarie della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio con interdizione di tutte le attività inerenti l’esercizio delle pubbliche funzioni per 1 anno e 6 del divieto di esercitare le rispettive professioni e di contrarre con la Pubblica Amministrazione per 1 anno.

"I provvedimenti - spiegano i Nas in una nota - scaturiscono da articolata attività d’indagine eseguita dal Nas tra gli anni 2021/2022, che avrebbe riscontrato, a vario titolo, responsabilità per i reati di corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio a carico di un pubblico impiegato in servizio presso l’Azienda SanitariaProvinciale di Catania, con la complicità del direttore di una nota farmacia del luogo e di una dipendente di una società di assistenza domiciliare per malati terminali”.

“Il pubblico impiegato - spiegano ancora i Nas - avrebbe ricevuto beni materiali e la promessa di denaro in quota fissa mensile, per gestire pratiche assegnategli al fine di garantire ad una nota farmacia catanese la quasi esclusività della fornitura di dispositivi medici ed integratori alimentari per cure palliative destinati a malati terminali, limitando la libera scelta di questi ultimi a quel solo esercizio farmaceutico”.

Questo sistema avrebbe permesso alla farmacia di fatturare, nel 2020, all’Asp, “645.070,00 euro, pari al 16% della spesa farmaceutica integrativa sostenuta nella provincia di Catania, ammontante 4.000.000,00 euro, mentre la restante spesa era stata ripartita tra le altre 326 farmacie della provincia”.

Ancora secondo quanto ricostruito dai Nas, il soggetto di contatto tra la farmacia e il funzionario pubblico si sarebbe occupato di individuare le prescrizioni sanitarie dei pazienti, i quali venivano da questi impropriamente contattati al fine di agevolare la gestione della richiesta e quindi la fornitura dei dispositivi medici dalla farmacia coinvolta nella vicenda, la quale beneficiava di ingenti rimborsi dal Servizio Sanitario Regionale. "Il tutto anche attraverso l’illecita collaborazione di un’assistente sociale anch’ella destinataria del provvedimento interdittivo, che avrebbe svolgeva l’attività di assistente sociale per conto di associazioni in convenzione con l’Asp”.


Nel medesimo contesto investigativo, “per analoghi reati di stampo corruttivo”, è stato rilevato che “un noto dirigente medico in servizio presso la medesima Asp sarebbe stato asservito agli interessi di imprenditori e operatori nel settore del commercio di dispositivi medici ed integratori alimentari, anch’essi tra i destinatari del provvedimento cautelare”. In particolare, riferisce la nota, “il professionista avrebbe prescritto prodotti sanitari privilegiando talune aziende che, in cambio, lo avrebbero rifornito gratuitamente di altre specialità e dispositivi medici da utilizzare per la sua attività ambulatoriale privata, oltre che alla promessa di viaggi di piacere”.

17 gennaio 2023
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