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Standard ospedalieri. La Sicilia rischia di rimanere fuori da processi di razionalizzazione

Per quanto riguarda il Piano di indirizzo per la riabilitazione la Regione continua a prevedere strutture complesse con relativi primari con 4 posti letto e vengono individuate strutture semplici che, invece, dovrebbero essere istituite dal DG su indicazione dei responsabili delle strutture complesse. Il provvedimento, se emulato da altre Regioni, determinerebbe l'insuccesso del Patto per la salute

19 GEN - Dopo una lunga gestazione il Ministero della Salute ha normato gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Leggiamo nel sito della Regione Siciliana (che gode dell’autonomia riconosciuta dallo statuto speciale ma dovrebbe adeguarsi a tali indicazioni), che il provvedimento di fine anno della giunta regionale sull’approvazione della rete regionale ospedaliera presenta qualche “disattenzione”.

Le disposizioni nazionali previste dal Piano di Indirizzo per la Riabilitazione (comma 3, articolo 3 Patto per la Salute) sono chiare, ma nel documento della Regione continuano ad essere previste strutture complesse con relativi primari con 4 posti letto e, in contrasto con la legge, vengono individuate alcune strutture semplici che ai sensi delle vigenti leggi dovrebbero essere istituite dal direttore generale su indicazione dei responsabili delle strutture complesse.
L’impressione che si ha dell’intero provvedimento è quella di scelte più tese a garantire ancora una volta i “clienti” (per mantenere uno stato di fatto delle strutture sanitarie siciliane), invece di tener conto delle soluzioni individuate dalla comunità scientifica per rispondere alle attuali necessità della Regione.

Il provvedimento rischia di mantenere e di collocare la Sicilia fuori di quei processi di razionalizzazione necessari ad incrementare il livello di qualità ed efficienza dei servizi erogati e, tra l’altro, potrebbe anche rappresentare un precedente emulato da altre regioni, cosa che determinerebbe l’insuccesso di un Patto per la Salute necessario a tutti i cittadini del nostro paese.
 
Enzo Chilelli
Direttore Generale Federsanità Anci 

19 gennaio 2015
© Riproduzione riservata

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