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Sicilia. La “nuova” rete ospedaliera? Un trionfo di strafalcioni

04 LUG - Gentile direttore,
che dire del DA 1188 del 29 giugno 2016, il decreto salva assunzioni che prelude all’indispensabile allineamento della problematica rete ospedaliera siciliana al DM n. 70 del 2 aprile 2015? Semplicemente un trionfo di strafalcioni! Altro che allineamento al DM 70!
 
Tanto per cominciare un atto che colpisce duramente un settore critico come quello dell’emergenza. Un atto programmatico che risulta essere un attentato alla sicurezza dei siciliani. Se c’è un principio ispiratore del DM 70, il cosiddetto regolamento Balduzzi, è quello di rendere omogenei sul territorio nazionale le risorse strutturali ed organizzative dei vari comparti della sanità, partendo proprio dai dipartimenti dell’emergenza. E invece il DA 1188 suggella le fantasie del DA 46 ratificando incomprensibili disomogeneità organizzative che minano irrimediabilmente la credibilità del sistema dell’emergenza ed in particolare delle prestazioni sanitarie erogate dai Pronto Soccorso.

E’ sconfortante infatti constatare come, nell’arco di pochi chilometri, da provincia a provincia, l’offerta assistenziale dell’emergenza urgenza venga erogata secondo modelli organizzativi assolutamente variegati, talora decisamente in contrasto tra loro e, comunque, non rispondenti agli standard previsti dal DM n. 70/2015.

La struttura complessa di riferimento di tutti i Pronto Soccorso è, secondo il regolamento Balduzzi, la Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza (MCAU) a cui afferiscono medici inquadrati nella disciplina omonima istituita con D.M. del 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza). Tali strutture devono essere presenti sul territorio regionale come strutture complesse secondo standard minimi e massimi compresi, in Sicilia, fra 17 e 34 strutture. Considerato l’elevato numero di Presidi Ospedalieri presenti nella rete ospedaliera il raggiungimento del parametro massimo sarebbe stato doveroso. Invece le strutture previste sono state ridotte a meno di un terzo di quelle ragionevolmente necessarie.

Invece Il DA 1188 le riduce dalle 16 precedentemente previste nel DA 46/2015 a 11. Poco importa se alcuni Pronto Soccorso sono previsti come strutture complesse. Non è questo che il DM n. 70 prevede. Accanto ad aziende come l’ASP di Agrigento o l’ASP di Ragusa che, correttamente, prevedono 3 o 4 strutture complesse di MCAU con posti letto, abbiamo aziende, con bacini di utenza anche superiori, nelle quali ne è prevista a malapena una, ASP di Catania, e addirittura aziende nelle quali non ne è prevista nemmeno una. Anzi, non è previsto nemmeno un DEA (Dipartimento dell’Emergenza) (ASP di Messina e Palermo). Accanto a Pronto Soccorso rispondenti al modello organizzativo del regolamento Balduzzi, abbiamo Pronto Soccorso che dipendono da strutture complesse con le quali hanno davvero poco a che fare, per mission, formazione e competenze, come le Unità Operative di Medicina.
 
Persino gli ospedali delle grandi aree metropolitane, sedi di Hub per l’emergenza, non sono risparmiate dallo scempio organizzativo di questo improbabile atto programmatico che è rappresentato dal DA 1188.
 
Il paradosso della disomogeneità di assistenza sanitaria e della inesistenza di un modello organizzativo standardizzato, ancorché normato, si concretizza a Palermo dove presso l’Azienda Ospedaliera Villa Sofia Cervello viene istituita una struttura complessa di MCAU in più, una per ogni presidio ospedaliero (Cervello e Villa Sofia), mentre presso l’ARNAS Civico, sede di uno dei due DEA di II livello dell’isola, la MCAU, già organizzata secondo quanto previsto dagli standard ministeriali, scompare del tutto, con tutti i suoi posti letto sub intensivi. Tale struttura era già stata “vittima” di un curioso “refuso” che aveva caratterizzato il DA n. 46/2015 e che l’aveva parzialmente smembrata. La sua abolizione fornisce la certezza che di refuso non si è trattato bensì di un preciso disegno le cui motivazioni, mai addotte, evidentemente prescindono da un modello organizzativo assistenziale ben identificabile. Di fatto dal punto di vista organizzativo e funzionale la risposta assistenziale in emergenza presso l’ARNAS Civico sarà “assicurata” attraverso un modello analogo a quello di un Presidio Ospedaliero di provincia (spoke) e ciò non potrà non avere un impatto pericolosissimo sulla qualità e sulla tempestività delle cure erogabili sui pazienti critici e ad alto rischio evolutivo che presso questa struttura vengono centralizzati da tutta la Sicilia occidentale.
 

Il mancato riconoscimento del complesso ed articolato ruolo delle MCAU come strutture di riferimento delle aree di emergenza e dei Pronto Soccorso così come previsto dagli standard ministeriali, rappresenta un passo indietro di oltre un decennio (era già previsto da un DPR del 2002), rende poco credibile e potenzialmente fallace un settore critico nel quale è evidente l’interpretazione arbitraria della norma e incrementa il gap organizzativo con le regioni cosiddette virtuose dove il più idoneo modello organizzativo è da anni presente e consolidato.
 

Un danno incommensurabile che si deve alla politica clientelare distante dalle reali esigenze dei cittadini e piegata ai desiderata, ed in alcuni casi ai diktat, di certi direttori generali che sono i veri artefici di questo decreto, tutt’altro che allineato agli standard ministeriali, rappresentando persino un passo indietro rispetto al DA n. 46/2015 e contro il quale i sindacati porranno in essere ogni provvedimento utile ad annullarne le nefaste conseguenze.

Pata Pietro
Segretario Regionale Anaao Assomed
 
Agostino Geraci
Segretario Aziendale
Anaao Assomed ARNAS CIVICO PA


04 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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