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Autonomia prescrittiva. Giudici e medici a confronto a Palermo

Per il presidente del Tar di Palermo “la Cassazione ha già chiarito in più sentenze il principio costituzionale dell’autonomia del medico”. E il presidente dell’Ordine dei medici provinciale sottolinea: “Giusta la libera concorrenza, purché si concorra anche sulla qualità non solo sull'economicità”.

06 OTT - Il tema della Autonomia prescrittiva del medico e dell'incidenza delle direttive regionali sulle responsabilità dei medici, chiamati alla scelta tra farmaco originatore, biologico o bio similare, al centro di un lungo confronto tra medici e giuristi convocato nella sede del Tar di Palermo. Il dibattito ha visto protagonisti, tra gli altri, il presidente del Tribunale amministrativo Calogero Ferlisi, il presidente della III Sezione, Solveig Cogliani; e il presidente dell'Ordine dei medici di Palermo Toti Amato.

La premessa da cui si è partiti riguarda la decisione delle Regioni di privilegiare l’impegno dei biosilimari nella direzione di una farmoeconomia. “Secondo queste disposizioni - ha affermato Toti Amato - il medico, oltre a dovere impiegare una certa quota di biosimilari, si ritroverà a dovere giustificare l'eventuale sostituzione con un farmaco originatore solo perché costa di più”.

Per il presidente Ferlisi occorre “evitare che la salute diventi business” e “la Cassazione ha già chiarito in più sentenze il principio costituzionale dell'autonomia del medico, stabilendo che solo a lui spetta la scelta della terapia da seguire”.

Sullo sfondo, l'industria farmaceutica e il tema della libera concorrenza, degli equivalenti, dei biosimilari e degli originatori, “che s'intrecciano con i dubbi per l'acquisizione di farmaci e macchinari”, come ha evidenziato Solveig Cogliani. “Sono questioni di alto profilo di specialità e i giudici amministrativi saranno chiamati a pronunciarsi anche alla luce del nuovo codice degli appalti, esaminando aspetti complessi che incidono sul diritto soggettivo della tutela della salute e la complessità della sanità pubblica, dove entrano in gioco altri interessi”.

“Giusta la libera concorrenza – ha aggiunto Amato  –  purché si concorra anche sulla qualità non solo sull'economicità. I biosimilari sono una risorsa che possono determinare buone economie, ma i risparmi ottenuti dovrebbero essere finalizzati alla ricerca. In ogni caso, il loro utilizzo non può essere imposto”.

06 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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