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Emotrasfuzioni a domicilio. Ragusa diventa modello regionale con oltre 2000 prestazioni

Se ne è discusso ieri presso la sede dell’Ordine dei Medici della provincia di Ragusa, all'interno di un appuntamento organizzato da Samot Ragusa Onlus e realizzato con il patrocinio dell’Asp 7 di Ragusa, dell’Ordine dei Medici di Ragusa. Il convegno ha voluto approfondire quanto finora fatto, analizzando lo stato dell’arte ma anche e soprattutto la procedura messa in atto per garantire ai soggetti destinatari un trattamento sicuro ed efficace.

16 OTT - Ragusa modello di eccellenza in tutto il territorio regionale in materia di emotrasfusioni a domicilio. E’ il dato che emerge dal convegno dal titolo: “Emotrasfusioni a domicilio: un’opportunità e una sfida. Incontro a più voci” che si è svolto ieri presso la sede dell’Ordine dei Medici della provincia di Ragusa. 
 
L’appuntamento, organizzato da Samot Ragusa Onlus e realizzato con il patrocinio dell’Asp 7 di Ragusa, dell’Ordine dei Medici di Ragusa e la collaborazione di Samot Onlus, ha approfondito il tema della trasfusione di emocomponenti nei pazienti a domicilio evidenziando i grandi risultati che l’area iblea è riuscita a raggiungere. Da agosto 2015 l’associazione Samot Ragusa Onlus, in sinergia con il Simt dell’Asp 7 di Ragusa, è stata coinvolta nell’esecuzione di emotrasfusioni a domicilio di pazienti che, a causa della grave compromissione del proprio stato di salute, non possono effettuare la terapia presso i centri ospedalieri o gli ambulatori del Simt.

Il convegno ha voluto approfondire quanto finora fatto, analizzando lo stato dell’arte ma anche e soprattutto la procedura messa in atto per garantire ai soggetti destinatari un trattamento sicuro ed efficace. E proprio al tema della sicurezza è stata data primaria importanza con una nota di merito particolare per l’uso del sistema “Securblood” anche al domicilio, che, affiancato ai tradizionali sistemi di controllo di identificazione del paziente e di verifica crociata della sacche da trasfondere, garantisce ulteriormente la sicurezza del paziente e la tracciabilità dell’intero processo.

L’incontro si è aperto con i saluti di Salvatore D’Amanti, presidente dell’Ordine dei Medici – Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Ragusa. Giovanni Garozzo, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, ha introdotto i lavori e presentato il recente e prestigioso riconoscimento che è stato riconosciuto all’Asp 7 di Ragusa nel contesto del “Safety Quality Day” organizzato dal “Centro Rischio Clinico e Sicurezza dei pazienti” della Regione Toscana e a cui hanno partecipato importanti relatori nazionali ed internazionali. In tale occasione il progetto “Trasfusione Domiciliare con Integrazione Ospedale-Territorio applicando Standard di Sicurezza analoghi a quelli utilizzati presso le Unità Operative Ospedaliere”, presentato appunto dal dott. Garozzo, ha ricevuto il premio per il terzo miglior progetto nazionale.

Durante il convegno, Sergio Cabibbo e Agostino Antolino, dirigenti medici del Simt con il loro contributo hanno fornito utili approfondimenti su aspetti clinici della medicina trasfusionale. Luca Giurdanella, collaboratore Assistente Sociale Controllo di Gestione e referente aziendale PUA dell’Asp 7 di Ragusa, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza del Piano di Assistenza Individualizzato che raccoglie secondo un’ottica multidisciplinare la valutazione completa del paziente per offrirgli un piano terapeutico personalizzato.

Sulla prevenzione degli eventi avversi è stato invece incentrato l’intervento di Francesco Bennardello con un’ulteriore spiegazione del sistema Securblood, quale ausilio per garantire la sicurezza della procedura emotrasfusionale. Marina Mallia della Samot Ragusa Onlus e Sabrina Occhipinti della Samot Onlus hanno raccontato le sfide quotidiane che l’esecuzione delle emotrasfusioni domiciliari pone ma anche le opportunità che esse rappresentano per i pazienti attraverso alcune esperienze maturate in questo anno di attività.

Sergio Guastella, dello Studio Legale Associato Fidelio – Guastella, ha infine concluso con un focus sugli aspetti medico – legali non tralasciando l’importanza del consenso informato come strumento di alleanza terapeutica tra il medico ed il paziente.

Non sono mancati i momenti di confronto e discussione tra i numerosi medici intervenuti all’evento ed i relatori, con le proposte di incrementare il grado di collaborazione per migliorare ulteriormente un servizio che potrebbe già rappresentare un modello da implementare anche in altre realtà.

L’associazione Samot Ragusa Onlus, già attiva sul territorio della provincia di Ragusa dal 2001 per le Cure Palliative Domiciliari e da qualche anno anche nelle provincie di Siracusa e Trapani, in un anno di attività relativamente alle emotrasfusioni domiciliari, da agosto 2015 a luglio 2016, ha trattato a domicilio più di 300 persone che hanno avuto la necessità di eseguire un’emotrasfusione e trasfuso più di 1500 sacche di emocomponenti e/o emoderivati, senza registrare reazioni avverse gravi ed assicurando l’uso del Securblood per più del 95% delle trasfusioni.

Risultati di eccellenza che rendono il “Modello Ragusa” un punto di riferimento per altre realtà sanitarie, come ribadito da Garozzo: “Ragusa rappresenta in questo momento un'apripista in questo campo. Anche a casa, come in ospedale, si procede con un sistema di identificazione biometrico tramite impronta digitale che permette di assistere il paziente con la massima sicurezza, evitando anche i ricoveri in ospedale. In un anno le emotrasfusioni a domicilio sviluppate dall’Asp con la collaborazione delle onlus sono state 2033”. 

16 ottobre 2016
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