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Precari della sanità. In Sicilia social mob e sit in per chiedere stabilizzazione e concorsi

È la seconda volta che il Comitato precari della sanità siciliana mette in scena un social mob, dopo “Il de profundis della sanità siciliana”, celebrato il 2 novembre 2016. “Negare il diritto di assunzione agli operatori della sanità equivale a negare il diritto alla salute dei cittadini ed all’accesso a cure di qualità per i pazienti”, afferma il Comitato.

28 GIU - I precari della Sanità Siciliana di Catania, Messina e Palermo hanno chiesto l’immediata calendarizzazione delle stabilizzazioni e dei concorsi nelle aziende del SSR.  Puntato il dito contro l’Assessore Regionale alla Salute e la politica regionale per la cattiva gestione della rimodulazione delle reti assistenziali, prima, e delle stabilizzazioni e del varo dei nuovi concorsi, adesso. Lo hanno fatto ieri, in occasione del social mob e del sit in promosso dal Comitato precari della sanità siciliana.

“Dopo due anni di annunci disattesi, hanno chiesto chiarezza sul reale stato dell’arte sui tetti di spesa  e sui tempi per le immissioni in ruolo e l’avvio dei nuovi concorsi. E si interrogano sugli effetti della mancata adozione di indispensabili politiche di rilancio dell’assistenza primaria e territoriale, ambito nevralgico attraverso cui intercettare il bisogno di salute senza sovraccaricare gli ospedali, che notoriamente richiedono l’impegno di ingenti risorse, con il conseguente sovraccarico della spesa sanitaria. Trattasi di politiche fallimentari che non lasciano intravedere vie d’uscita nel breve termine, anche con riferimento ai declamati concorsi, che non potranno essere celebrati se non a fronte dei pensionamenti e della futura chiusura di Unità Operative che, per ammissione implicita della politica, non sono più attuali. Inoltre, con l’approssimarsi delle elezioni regionali, al fine di prevenire ogni speculazione da parte della politica sulle assunzioni in sanità, i manifestanti hanno chiesto l’adozione di selezioni a graduatorie regionali, al pari di quanto già avviene in altre Regioni”, spiega il Comitato sintetizzando le ragioni della protesta.
 
“Negare il diritto di assunzione agli operatori della sanità equivale a negare il diritto alla salute dei cittadini ed all’accesso a cure di qualità per i pazienti!”, è il monito lanciato alla politica dal Comitato precari della sanità siciliana. “Dopo due anni di annunci disattesi e di fallimenti registratisi in tema di assunzioni e ricambio generazionale nella sanità siciliana, siamo stufi di assistere ad ulteriori carteggi e rimandi sibillini tra Assessorato ed aziende sanitarie, che sembrano finalizzati più a prendere tempo che ad avviare le immissioni in ruolo di tutti i già vincitori ed idonei di concorso a tempo indeterminato e le successive procedure concorsuali annunciate!”.
 
Per il Comitato, “in ragione dell’avvenuta definizione degli atti aziendali e con la prossima conclusione delle procedure di approvazione delle piante organiche, fissata per il 30 giugno 2017, a partire dall’1 luglio 2017 non ci potranno essere più alibi per l’Assessore regionale alla Salute, cui i precari della sanità siciliana chiedono di chiarire il reale stato dell’arte sui tetti di spesa per le assunzioni a fronte dei per nulla rassicuranti contenuti dell’ultima nota assessoriale del 22/06/17 Prot. 051731 sul “Piano triennale del fabbisogno”. Infatti, se da una parte l’Assessore intima alle Aziende di adottare, entro 5 giorni, un piano triennale (2017/2019) di assunzioni, che dovrà tenere conto dei tetti di spesa per le assunzioni del personale, rimettendo quindi in mano un cerino acceso ai Direttori Generali, dall’altra, bisognerà attendere almeno un mese (fine Luglio) per effettuare eventuali revisioni di tali piani, per poi procedere con l’iter amministrativo a cavallo dell’estate ed oltre, giungendo in prossimità delle elezioni regionali, col rischio che non si abbia chiarezza prima di tale scadenza elettorale”.
 
“Non è più tollerabile nessuna speculazione da parte della politica sul tema delle assunzioni in sanità. Pertanto, chiediamo che sia fatta piena luce sui tempi e sui posti da mettere a concorso, in ragione dei limiti imposti dai tetti di spesa, nonché che si proceda con immediate immissioni in ruolo dei vincitori e degli idonei di concorsi a tempo indeterminato. Se le aspettative alimentate da due anni di annunci non dovessero trovare riscontro, allora ci attendiamo che i responsabili di tale stato di impasse cronico ne traggano le dovute conseguenze politiche, rassegnando le dimissioni. Inoltre, chiediamo che in occasione dell’avvio dei nuovi concorsi, se mai partiranno, si adottino selezioni a graduatorie regionali al pari di quanto già fatto da altre Regioni”,  continua il Comitato precari della sanità siciliana. Secondo il quale “solo dopo il concretizzarsi delle promesse e degli annunci, che non possono discriminare nessuna figura professionale né alcuna tipologia di profilo specialistico, sarà davvero possibile affermare che si è davvero aperta la stagione delle assunzioni in sanità in Sicilia. Infatti, tutte le figure specialistiche, mediche e sanitarie, senza distinzione alcuna, concorrono all’erogazione di una buona sanità e garantiscono i Livelli Essenziali di Assistenza”.

Peraltro, il Comitato precari della sanità siciliana muove una critica su un orizzonte più ampio: “Senza l’adozione di indispensabili politiche di rilancio dell’assistenza primaria e territoriale, si continuerà a sovraccaricare gli ospedali, che notoriamente richiedono l’impegno di ingenti risorse, con il conseguente sovraccarico della spesa sanitaria. La Regione Siciliana sconta un ritardo intollerabile nella riorganizzazione e nel rilancio delle cure nel territorio e tale ritardo si riverbera sul bilancio complessivo della sanità regionale e, quindi, sui tetti di spesa. Trattasi di politiche fallimentari che non lasciano intravedere vie d’uscita nel breve termine, anche con riferimento ai declamati concorsi, che non potranno essere celebrati se non a fronte dei pensionamenti e della futura chiusura di Unità Operative che, per ammissione implicita della politica, non sono più attuali”.
 
Quella di ieri era la seconda iniziativa promossa dal Comitato precari della sanità siciliana, dopo “Il de profundis della sanità siciliana”, celebrato il 2 novembre “2016. Sono trascorsi, infatti, da allora altri 7 mesi e per i precari della sanità siciliana non c'è più tempo: il 30 giugno 2017 rappresenta la scadenza ultima concessa alla politica regionale. Dal 1 luglio 2017, in assenza di segnali concreti, verrà certificata, dopo ampia dimostrazione, l’incompetenza e l’inconsistenza dell’attuale governance regionale della sanità”.

28 giugno 2017
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