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Specializzazioni. Un pastrocchio vergognoso, invertire immediatamente la rotta

Il Governo con le regioni hanno la possibilità di tentare di ‘riparare’ in piccola parte ai danni che si stanno arrecando: si faccia il bando immediatamente con un aumento, anche doppio, dei posti messi a concorso, compreso il raddoppio delle borse di studio in medicina generale (non meno di 2.500)

08 SET - La situazione che stanno vivendo i giovani medici, in attesa del bando per l’ammissione alle scuole di specializzazione è l’immagine più emblematica di questo paese, inesorabilmente, ridotto a ‘terra di arbitrio’. Può definirsi serio ed affidabile un Esecutivo che già in ritardo rispetto alla  pubblicazione dell’atteso bando per l’ammissione alle scuole di specializzazione, con nota del Ministero dell’Istruzione del 13 maggio scorso, comunica che il bando non uscirà per la  scelta di procedere con nuove regole’ e con un ‘concorso più snello’?

Nella stessa nota, il Miur, dichiarò, testualmente: il “bando sarà pubblicato tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto per svolgere il concorso ad ottobre”. ‘Ovviamente’ la prima settimana di agosto è trascorsa senza che uscisse alcun bando così come l’intero mese di agosto. Al momento in cui scrivo e siamo già nella seconda settimana di settembre, del bando nemmeno l’ombra!

Bisogna considerare che dopo la pubblicazione del bando dovranno trascorrere almeno 60 giorni per svolgere il concorso e quindi possiamo già affermare che il concorso non si svolgerà nemmeno ad ottobre con la conseguenza che la formazione-lavoro  inizierà (se inizierà) con gravissimo ritardo nel 2018.

E’ legittimo chiedersi se siamo in un paese ‘normale’ e “civile” o in un paese ingiusto e barbaro? E’ ‘normale’ che le riforme’ vengano annunciate a ‘partita’ in corso e non, invece, attivate e concluse prima che la ‘partita’ inizi? La stragrande maggioranza dei medici aspiranti alla specializzazione sono laureati da oltre un anno e dopo 6 anni di studio, perché il Ministro non utilizzava questo anno che precedeva il bando per avviare ed attuare l’attesa riforma?  Perché i cittadini in questo paese sembra abbiano un solo destino: essere presi a ‘pesci in faccia’?

Perché i giovani medici sui quali, peraltro, lo Stato Italiano ha già investito per la loro formazione 150.000 euro per ognuno (fonte Anaao-Assomed e Fimmg) debbano essere costretti a pensare di andare fuori dallo Stato Italiano per poter avere il diritto a svolgere il delicato compito per il quale sono stati formati?

A tutto questo bisogna aggiungere tutte le altre, dissennate scelte, che i giovani pagano sulla loro pelle. Il Ssn che viene smantellato, avendo sempre meno medici, giorno dopo giorno; l’assenza assoluta di programmazione tra gli accessi ai corsi di laurea, gli stanziamenti e i posti messi a concorso per la formazione specialistica e i reali fabbisogni lavorativi; l’irrilevanza degli investimenti nella ricerca.

Un pastrocchio vergognoso che crea una “stabile” precarietà di vita, erode la fiducia, indebolisce il Ssn ed aumenta, giorno dopo giorno, i disservizi ai cittadini.

Per chi è chiamato ad amministrare ed assumere scelte, non è più tempo di tergiversare ma di avere coraggio e servire la collettività.

Si stima che siano più di 22.000 gli specializzandi interessati dagli effetti della riforma e la specializzazione è il requisito indispensabile per poter lavorare in strutture pubbliche e in gran parte di quelle private. Tra l’altro, bisogna considerare, che queste, potenziali, possibilità si concretizzano alla fine del percorso di specializzazione  e quindi tra 4 o 5 anni.

Ogni anno accedono al primo anno di medicina oltre 13.000 studenti - tra chi supera i test e chi, senza avere superato alcun test, viene inserito grazie ai ricorsi accolti dall’immancabile TAR - che i posti messi a concorso per gli specializzanti coprono meno della metà degli ammessi al corso di laurea e quindi ogni anno l’incremento di medici, stabilmente, precari o disoccupati è di 7.000 unità.

E’ indispensabile ed improcrastinabile invertire la rotta ed il governo con le regioni hanno la possibilità di tentare di ‘riparare’ in piccola parte ai danni che si stanno arrecando: si faccia il bando immediatamente con un aumento, anche doppio, dei posti messi a concorso, compreso il raddoppio delle borse di studio in medicina generale (non meno di 2.500). Questo e solo questo segnerebbe in maniera coerente e concreta l’azione degli amministratori pubblici migliorando una situazione sempre più incancrenita che produce, ogni anno, disservizi, precarietà e sfiducia.

Viceversa, Ministro Fedeli, quo usque tandem abutere ?

Giovanni Iacono
Vice presidente Federsanità-Anci e presidente Federsanità-Anci Sicilia


08 settembre 2017
© Riproduzione riservata

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