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Sicilia. Tre aggressioni a sanitari in 7 giorni. Smi: “Non è più un problema di sanità ma di ordine pubblico”

Il sindacato chiede che venga attribuito ai sanitari lo stato di pubblici ufficiali nell’esercizio professionale, con le conseguenti misure previste dalla legge per gli aggressori: dal fermo di polizia alla denuncia d’ufficio all’autorità giudiziaria.

17 GEN - Tre infermieri nelle strutture ospedaliere palermitane, un medico e un ausiliario del Pronto Soccorso di Caltanissetta, un medico dell’EST-118 a Patti.
È questo il bilancio delle aggressioni ai danni di sanitari verificatesi negli ultimi 7 giorni in Sicilia.

“Non accenna a placarsi in Sicilia la spirale di violenza che coinvolge medici e personale sanitario ormai quotidianamente”, denuncia Emanuele Cosentino, vice segretario regionale Smi Sicilia. “Nell’ultima settimana sono stati aggrediti 3 infermieri presso alcuni presidi ospedalieri di Palermo e un medico e un ausiliario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Caltanissetta. L’episodio più grave si è verificato nei confronti di un medico dell’Emergenza Sanitaria Territoriale-118 della postazione MSA di Falcone inviato per un soccorso in codice verde, quindi di scarsa gravità a Patti. Infatti - racconta Cosentino - nella notte del 5 gennaio il medico del 118 è stato proditoriamente aggredito dallo stesso paziente che stava soccorrendo, mentre i familiari dello stesso lo minacciavano e lo aggredivano verbalmente, con un pugno che gli provocava la frattura del setto nasale con conseguente copiosa epistassi e la lacerazione del labbro superiore. Il conseguente intervento dei Carabinieri, a loro volta aggrediti, che hanno avuto difficoltà a riportare l'ordine, ha permesso di completare il soccorso e il trasporto in Ospedale del cosiddetto “paziente” e dello stesso medico che ha avuto una prognosi di trenta giorni”.

L’episodio ha avuto ripercussioni sulla gestione del servizio di emergenza: l’ambulanza del 118 è rimasta infatti priva del medico per la restante parte del turno determinando una carenza assistenziale nei confronti di altri cittadini e difficoltà gestionali alla stessa C.O. 118 di Messina, dice ancora il vice segretario Smi.

“Al di là delle solite manifestazioni di solidarietà e comprensione - conclude Cosentino - è ormai necessario che vengano presi dei provvedimenti seri a difesa dei medici, e non solo, con una maggiore attenzione e presenza delle Forze dell’Ordine, attribuendo ai professionisti sanitari definitivamente lo stato di pubblici ufficiali nell’esercizio professionale, con le conseguenti misure previste dalla legge in questi casi, quali il fermo di polizia e la denuncia d’ufficio all’autorità giudiziaria per gli aggressori".

17 gennaio 2018
© Riproduzione riservata

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