Gemelli Giglio di Cefalù. Primo intervento di tiroidectomia assistita da robot: “Nessun segno sul collo”
Primo intervento di tiroidectomia trans-ascellare robot-assistito che ha la particolarità di essere effettuato senza lasciare “tracce” sul collo, su una paziente siciliana di 22 anni dimessa dopo due giorni e in ottime condizioni. “La regione del collo resta completamente indenne da cicatrici”, viene rimossa “la ghiandola passando attraverso il cavo ascellare”, introducendo “le ‘braccia’ del robot e la telecamera”.
14 SET - Ha preso il via l’attività di chirurgia endocrina del Gemelli Giglio Medical Partnership di Cefalù con il primo intervento di tiroidectomia trans-ascellare robot-assistito che ha la particolarità di essere effettuato senza lasciare “tracce” sul collo.
L’intervento è stato eseguito dal professore
Marco Raffaelli, direttore del centro di malattie endocrine e obesità del Gemelli Giglio Medical Partnership, coadiuvato da
Luca Sessa, su una paziente siciliana di 22 anni dimessa, a due giorni dall’intervento, in ottime condizioni.
“Utilizzando l’approccio trans-ascellare robot-assistito - spiega il professor Marco Raffaelli - la regione del collo resta completamente indenne da cicatrici perché il chirurgo rimuove la ghiandola passando attraverso un’incisione praticata a livello del cavo ascellare; da qui vengono introdotte le ‘braccia’ del robot e la telecamera che permette una visione tridimensionale ed ingrandita. Gli strumenti chirurgici vengono guidati in una sorta di 'tunnel' sopra il muscolo pettorale fino a raggiungere la regione anteriore del collo, dove si trova la tiroide”.
“Desidero esprimere il mio apprezzamento - ha detto il presidente della Fondazione Giglio,
Giovanni Albano – al professore Raffaelli e al dottor Sessa, unitamente a tutta l’équipe di chirurgia, per l’avvio di un attività che porta nel nostro Istituto innovazione, tecnologie e nuove professionalità proiettandoci sempre più verso alti livelli di eccellenza”.
La tecnica
La tiroidectomia trans-ascellare robot-assistita, effettuabile in casi selezionati, è una tecnica messa a punto nella Corea del Sud che man mano si sta diffondendo anche nel mondo occidentale affiancandosi alla chirurgia tradizionale, che prevede un’incisione alla base del collo, e alla tecnica mini-invasiva endoscopica (Mivat, Minimally Invasive Video Assisted Thyroidectomy), che esita in una piccolissima cicatrice nella regione anteriore del collo.
14 settembre 2021
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