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09 MAGGIO 2010
I giovani farmacisti vogliono partecipare

La loro “voglia di esserci” l’hanno manifestata in ogni occasione. E continueranno a farlo. La testimonianza di quanto i giovani farmacisti possono e vogliono offrire alla professione l’ha data proprio la loro partecipazione immediata e spontanea all’emergenza del terremoto che ha sconvolto la provincia de L’Aquila lo scorso anno. Lo ha ricordato Paolo Corte, presidente della Fenagifar, la Federazione delle associazioni giovanili di categoria, nell’aprire il 9 maggio, il convegno “Farmacisti in emergenza: la passione e la professione oltre la burocrazia”.

Il ruolo dei giovani nell’intero panorama nazionale, oggi non è certo facile: lo ha sottolineato lo stesso Corte citando la nota inviata dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, nella quale si ribadisce la difficile posizione di una generazione “che sta peggio di quella che l’ha preceduta”. Ma questa difficoltà non deve bloccare le giovani leve della professione: lo ha affermato Alfonso Misasi, segretario della Federfarma, secondo il quale ci sono segnali di un nuovo e diverso rapporto tra la professione e le istituzioni anche per quanto riguarda gli impegni burocratici che spesso ostacolano lo svolgimento quotidiano del lavoro del farmacista.

Tino Cornaglia, componente del Comitato centrale della Federazione degli Ordini, dal canto suo, nel ricordare l’importante contributo che i farmacisti hanno fornito nel momento dell’emergenza, accanto alle popolazioni della provincia aquilana‒ della sua personale esperienza ha parlato Rosa Barone, presidente dell’Agifar di Foggia ‒ ha anche illustrato i contenuti di un’importante iniziativa della stessa Fofi, cioè la costituzione del Coordinamento Fofi-Protezione civile, destinato a rendere più agevole ‒ anche superando le necessarie e indispensabili regole “burocratiche” ‒ il compito e l’intervento dei farmacisti volontari nell’ambito delle emergenze che richiedono la presenza della stessa Protezione civile.

In conclusione il vice presidente della Federazione, Luigi D’Ambrosio Lettieri, si è richiamato alla “vocazione al servizio” che comunque caratterizza il lavoro del farmacista dovunque esso si svolga. Ma anche alla competenza e al “pragmatismo operativo”attraverso i quali i giovani ‒ e la professione tutta ‒ possono superare qualunque ostacolo posto dalla burocrazia.
 
M.R.

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