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Giovedì 27 SETTEMBRE 2018
La prevalenza dei tumori in Italia

La prevalenza dei tumori indica il numero di persone che vivono dopo una diagnosi di neoplasia. Il numero di queste persone dipende sia dalla frequenza della malattia (incidenza) sia dalla prognosi (sopravvivenza). L’invecchiamento della popolazione italiana porta con sé un aumento dell’incidenza in numeri assoluti che, a sua volta, induce un aumento della prevalenza dei tumori. Inoltre, il numero di persone viventi dopo una diagnosi tumorale aumenta quanto più alta è stata la sopravvivenza.

Quanti sono gli italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore?
Nel 2018, sono quasi 3 milioni e quattrocentomila (3.368.569) gli italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore, che rappresentano il 6% dell’intera popolazione italiana (uno su 19). Un milione e mezzo sono maschi (1.531.157), pari al 45% del totale e al 5% della popolazione maschile, e 1.837.412 femmine (55% dei casi prevalenti e 6% della popolazione femminile).

Nei maschi, la diagnosi pregressa più frequente riguarda il tumore della prostata che ha interessato 457.902 persone, seguito dal colon-retto (244.046) e dalla vescica (212.326). Questi tre tipi di tumore hanno rappresentato quasi i 2/3 (60%) di tutti i casi prevalenti.

La diagnosi di tumore della mammella è di gran lunga la più frequente nelle donne prevalenti: sono 799.196 ad aver avuto questa esperienza, quasi la metà (43%) del totale. Gli altri tipi di tumore più frequenti nelle donne sono il tumore del colon-retto (226.652), della tiroide (155.995) e dell’endometrio (corpo dell’utero, 114.485). I primi quattro tipi di tumore rappresentano quasi il 70% di tutte le diagnosi registrate nelle donne in Italia
 

Figura 1. Distribuzione dei tipi di tumore più frequenti nei casi prevalenti in Italia nel 2018 per sesso
 
Quanti sono i pazienti guariti?
Per il 2018 si prevede che le persone con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni, che rappresentano il 60% del totale dei pazienti prevalenti e il 2,7% della popolazione italiana, saranno circa due milioni. I pazienti la cui diagnosi risale a oltre 10 anni sono il 35% del totale (1,6% della popolazione italiana). In particolare, circa due terzi delle donne prevalenti dopo un tumore della mammella sono stati diagnosticati da oltre 5 anni. Percentuali analoghe sono state osservate per le persone che vivono dopo una diagnosi di tumore della vescica, testa e collo, linfomi non-Hodgkin, endometrio, rene, tiroide e melanoma.
Vengono definite già guarite le persone con una pregressa diagnosi di tumore che hanno un’attesa di vita, misurata attraverso modelli statistici, paragonabile a quella delle persone non affette da tumore; nel 2010 erano 704.648, pari al 27% di tutti i prevalenti e all’1,2% degli italiani, e nel 2018 sono 909.514, l’1,5% degli italiani 
 

Tabella 1. Pazienti che vivono nel 2018 dopo una diagnosi di tumore per tipo di tumore (prevalenza completa), per tipo di tumore, tempo dalla diagnosi, numero e percentuale di pazienti già guariti, frazione di guarigione e tempo per la guarigione
* Esclusi i non melanomi della cute, sono mostrati i tipi di tumore che interessavano oltre 100.000 persone.
** Proporzione di pazienti che ha raggiunto un’attesa di vita simile alla popolazione generale, ottenuti applicando ai casi stimati nel 2018 le stime di guarigione al 2010.
*** Le stime degli indicatori di guarigione variano considerevolmente a seconda dell’età alla diagnosi. Sono mostrati gli indicatori nelle classi di età più frequenti (60-74) tranne per i tumori della tiroide la cui incidenza ha un picco tra i 45 e i 59 anni di età (AIRTUM 2014); >20 significa che l’eccesso di mortalità si osserva per oltre 20 anni.

 
 
Per alcune sedi neoplastiche, la maggioranza dei pazienti guarisce, in particolare questo accade per il 94% delle persone con una pregressa diagnosi di tumore ai testicoli, per il 76% di quelli con diagnosi di tumore della tiroide, per il 74% delle donne con tumore della cervice uterina, per il 72% nel caso del linfoma di Hodgkin e per il 67% dei pazienti con tumore del sistema nervoso centrale, quasi tutti, in quest’ultimo caso, diagnosticati in età pediatrica.
Va notato, invece, che per le donne che hanno avuto una diagnosi di tumore della mammella, l’eccesso di mortalità rispetto alla popolazione generale diventa trascurabile solo dopo circa 20 anni dalla diagnosi. Ne consegue una stima di donne guarite di appena il 16%, circa 90.000 donne, anche se le altre, che pure mantengono un rischio di mortalità superiore a quello delle loro coetanee non affette da tumore, nella maggior parte dei casi non moriranno a causa della malattia.
 
 
Il tempo per la guarigione è stato raggiunto in meno di 15 anni dalla diagnosi, in entrambi i sessi e in tutti i gruppi di età, per le persone a cui è stato diagnosticato uno dei seguenti tumori: stomaco e colon-retto (tra 6 e 11 anni, aumenta con l’età alla diagnosi); melanomi cutanei (4-12 anni, aumenta con l’età alla diagnosi); cervice e corpo dell’utero (<11 anni).
Il tempo per la guarigione è stato raggiunto in meno di 5 anni dai pazienti sotto i 60 anni, sia maschi sia femmine, con tumore della tiroide e dai maschi con tumore del testicolo, mentre non è stato raggiunto o era maggiore di 20 anni per i pazienti con linfomi non-Hodgkin (in particolare i linfomi a grandi cellule B), mielomi e leucemie, in particolare per le varianti croniche. 

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