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Mercoledì 26 GIUGNO 2019
La replica degli Ifo: “Siamo in forte rilancio e i dati lo confermano”

“Gli IFO vivono un grande momento di sviluppo e i fatti lo dimostrano: 1.275.000 le prestazioni ambulatoriali erogate e quasi 11.000 i pazienti dimessi nel 2018. Forte incremento delle attività diagnostiche, delle attività chirurgiche e della chirurgia  robotica estesa a tutte le specialità presenti (500 gli interventi dell’ultimo anno). Riduzione dei ricoveri medici a vantaggio di chemioterapie fatte attività ambulatoriale. Un modello di percorso oncologico garantisce oggi la presa in carico del paziente che esegue tutti gli esami senza più andare ad eseguire ad esempio la PET fuori Regione. Le prestazioni PET hanno avuto nell’ultimo triennio un incremento del 22%, la radioterapia del 28% e gli esami diagnostici radiologici del 7%. Grazie ad un accordo con l’INPS i pazienti con diagnosi oncologica ottengono subito la certificazione per la pratica di invalidità. Tutto ciò con un grande investimento anche sul personale, 224 le assunzioni autorizzate e 112 già eseguite tra cui 31 medici e numerosi infermieri e tecnici”.
 
Lo comunica in una nota degli IFO – Regina Elena e San Gallicano in merito all’assemblea indetta questa mattina dai sindacati.
 
“Non corrisponde al vero che la Regione Lazio sia ai primi posti per mobilità passiva anzi per la prima volta c’è stato un significativo cambio di tendenza con il dato di +9 mila pazienti nel differenziale tra la mobilità passiva e quella attiva. Torniamo ad essere attrattivi come sistema sanitario e questo anche grazie agli importanti investimenti in tecnologie di ultima generazione – prosegue la nota - tra cui, solo per citarne una, la protonterapia hanno portato a spendere e/o preventivare con approvazione della Regione Lazio oltre 50 milioni di euro, con un parco tecnologico già presente di 700 milioni. Siamo stati anche tra i primi in Italia a istituire il Molecular Tumor Board: grazie alla competenza degli specialisti ed alle informazioni ottenute da tecnologie d’avanguardia, garantiamo approcci terapeutici nuovi a chi non ha più opzioni attraverso l’utilizzo di farmaci autorizzati per altri tipi tumori ma che hanno le stesse caratteristiche molecolari presenti nel paziente. E poi le Biobanche, ben 3 presenti nei nostri Istituti; non ultima la recente attivazione del centro di fase 1 che completa tutte le possibili fasi della ricerca”.
 
“Insomma – conclude l’IFO nella nota - gli IFO guardano al futuro e ripensano radicalmente l’organizzazione, semplificano le procedure, organizzano i percorsi di cura, valorizzano le professioni interne e investono sui giovani professionisti. Meno gerarchie e più gruppi trasversali di lavoro. La medicina moderna necessità di organizzazione moderna e ci dispiace per chi è sempre ancorato a vecchi schemi”.

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