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Mercoledì 10 LUGLIO 2019
Anche lo Snami sulle barricate: “No a diktat. Ora valutiamo lo stato di agitazione”

I vertici nazionali dello Snami non accettano l’evoluzione del tavolo per il rinnovo dell’Acn e sono pronti a dichiarare lo stato di agitazione. Una scelta che arriva dopo l’ultima riunione, tenutasi a Roma presso la Sisac. “Lo Snami rifiuta totalmente e dice no agli psicologi di famiglia, no agli infermieri di famiglia, no ad un certificato Inail non finanziato e non semplificato, no alla farmacia di servizi, no al blocco dei concorsi per la scuola di medicina in formazione, che secondo il governo dovrebbero essere finanziati con fondi destinati alla medicina generale”.
 
Una presa di posizione netta arriva dal presidente nazionale Angelo Testa e dal vice Domenico Salvago. “A questo punto – dicono – lo Snami ha convocato il proprio comitato centrale Decideremo se entrare in stato di agitazione oppure no”. Rivendicazioni che lo Snami porta avanti ormai da tempo, spesso unica sigla a battersi contro i diktat imposti a livello governativo. Sono tanti e pesanti i no dello Snami.
 
“No ad un accordo in cui non sarà sicura la componente economica; NO alla perdita anche di una sola ora  o di un solo posto di lavoro; No ad un accordo in cui sia esasperato l’aspetto sanzionatorio per i medici; No ad un accordo in cui non sia normata in maniera precisa la possibilità di un’assistenza sanitaria come quella vigente  per alcune esigenze contingenti come la distanza dall’ospedale o situazioni di viabilità particolari; No ad un accordo in cui il ruolo unico veda sovrapposizioni di ruolo e non una chiara distinzione di mansioni; No ad un accordo in cui il rapporto di lavoro comprenda  obblighi simili a quelli della  dipendenza senza peraltro i benefici della stessa; No ad un accordo in cui non venga normata una soluzione per i giovani medici precari, anche con la possibilità di essere formati nella medicina generale “extra borsa” e nel contempo la possibilità di continuare a lavorare. NO ad un accordo in cui le 38 ore per l’ex continuità assistenziale siano opzionali e non siano chiaramente assicurate e “blindate”. No al medico di famiglia che svolga i turni festivi, prefestivi e notturni”.

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