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Venerdì 29 NOVEMBRE 2019
Infermieri, obiettivo ottenere l’equo compenso

La “giusta remunerazione” della prestazione professionale è condizione necessaria per garantire la qualità, la quantità e soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti.

Ne ha discusso con la politica e con gli esperti del settore la Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (Fnopi) durante la Giornata nazionale sulla libera professione organizzata a Firenze all’interno del 14° Forum sul Risk Management.

“Gli infermieri liberi professionisti in tre anni (dal 2015 al 2018) sono aumentati di quasi 16mila unità (sfiorano gli 80mila) e alla nascita del loro ente di previdenza, l’Enpapi, nel 1998, gli iscritti erano poco meno di 700. E in tre anni le pensioni erogate dall’Ente sono passate da 2,5 milioni a poco meno di 4,2 milioni. Aumentate, ma in misura minore, anche le indennità di maternità erogate (le donne iscritte sono il 71% del totale), passate da poco più di 2,1 milioni a 2,9 circa.

A illustrare i dati è stato alla Giornata il responsabile della Previdenza Enpapi Sandro Tranquilli. Un Ente previdenziale che gode di ottima salute come ha sottolineato il commissario straordinario dell’Ente Eugenio D’Amico, nominato dal Governo dopo i recenti scandali che hanno investito gli organismi dirigenti.

Indubbiamente la categoria ha risentito delle crisi: i dati registrano un calo del volume di affari di circa 8mila euro l’anno (si attesta a circa 21mila euro) dal 2009, ultimo anno in cui nel Servizio sanitario nazionale non c’erano tagli e Piani di rientro (il volume di affari era quasi di 29mila euro l’anno) e nello stesso periodo scende di una media di 7mila euro l’anno anche il reddito professionale (da poco più di 35mila euro a poco più di 18mila). Ma nonostante questo gli infermieri liberi professionisti sono convinti della loro professionalità e a calare da parte dell’Ente sono gli “interventi in stato di bisogno”, quasi dimezzati tra il 2009 e il 2018.

Certo i problemi non mancano. E l’equo compenso fa parte di questi perché, come ha illustrato Francesco Scerbo, componente dell’osservatorio sulla libera professione Fnopi, oggi al libero professionista non viene chiesto più di occuparsi solo del paziente, ma deve prendere in carico anche i suoi caregiver, la sua famiglia. Scerbo ha sottolineato i problemi di un compenso ai liberi professionisti che in molti casi non premia la qualità del servizio e la necessità di un monitoraggio e di una verifica sul rispetto della legge che lo prevede.

Un percorso questo in cui il Parlamento è impegnato, come ha spiegato Chiara Gribaudo (Pd), della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, che rivolgendosi agli infermieri ha chiesto la collaborazione della professione per migliorare e applicare la norma. “Dobbiamo dare attuazione alla legge e vogliamo che al più presto di convochi un tavolo con le professioni perché si stabiliscano percorsi virtuosi che interrompano la vergogna di erogare ai liberi professionisti compensi spesso da fame che non premiano la qualità delle prestazioni di questi lavoratori”, ha detto.
 
 
  
On. Chiara Gribaudo:

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