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Mercoledì 11 GENNAIO 2012
Parafarmacie: “Stupiscono affermazioni sottosegretario Polillo. Nessuna farmacia a rischio chiusura”

"La liberalizzazione dei farmaci di fascia C non porterà al fallimento di nessuna farmacia, i dati parlano chiaro: dei 26,6 miliardi (fatturato annuo di una farmacia)  il giro d’affari dei farmaci di fascia C è poco più di 3 miliardi e di questi la fetta che la parafarmacia potrebbe assorbire è poco più del 10%. Che  tradotto in perdita media della farmacia, escludendo quelle dei piccoli comuni dove non ci sono parafarmacie, significa  poco più di 40 euro al giorno di fatturato ovvero meno di 10 euro di utili" . E' quanto dichiarano le associazioni delle Parafarmacie, Forum nazionale Parafarmacie , Anpi (associazione nazionale Parafarmacie italiane  e  Mnlf ( movimento nazionale liberi farmacisti) commentando le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario all’economia, Gianfranco Polillo, intervenuto ieri sera alla trasmissione televisiva Ballarò.

“Sulla base di questi dati, pubblicati tra l'altro dal ministero della Salute, stupisce sentire ancora oggi che con la liberalizzazione le farmacie - non  potendo più contare sugli introiti derivanti dalla vendita dei farmaci di fascia C - sarebbero destinate al fallimento visto che i rimborsi della ASL avvengono dopo mesi. E che a dirlo sia stato ieri a Ballaro' il sottosegretario Polillo, francamente stupisce maggiormente”, aggiungono le associazioni affermando che “i soli e veri danneggiati oggi sono i 60 milioni di italiani che devono acquistare i farmaci ai prezzi di cartello della farmacia e i 63 mila farmacisti (80% del totale farmacisti)  esclusi dalla possibilità di poter esercitare in autonomia la professione".

In un'ulteriore nota il Movimento nazionale dei liberi farmacisti sostiene, inoltre, che “i titolari di farmacia stanno perpetrando un colossale inganno al Governo e ai cittadini. Dichiarandosi contrari alla liberalizzazione della fascia C, ma disponibili all’abbassamento del quorum sino a 3.500 abitanti per farmacia, prendono in giro le Istituzioni e il Paese. L’obiettivo è quello di sempre: non cambiare nulla dell’attuale assetto monopolistico detenuto”. Secondo Mnlf, infatti, “con l’abbassamento del quorum a 3.500 non si aprirebbero che poche centinaia di farmacie, per la precisione 301 nei comuni con popolazione superiore a 70.000 abitanti. Gli italiani non si accorgerebbe nemmeno del cambiamento. Zero farmacie a Milano, Napoli Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Trieste. Una sola farmacia in più a Trento, Piacenza, Ancona, Brindisi, Varese. E’ questa la liberalizzazione del settore di cui ha bisogno il Paese? Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti crede proprio di no”.

“E’ inutile – aggiunge il presidente del Mnlf Vincenzo Devito – liberalizzare il prezzo dei farmaci di fascia C e dare la possibilità di fare sconti se non viene contestualmente liberalizzata la rete distributiva. Gli sconti non verranno fatti e i cittadini non ne riceveranno alcun vantaggio. Ben altri potrebbero essere i risultati in termini di investimenti (600/700 milioni di euro), nuova occupazione (7.000 nuovi posti) nuove aziende (3.500) se si liberalizzassero i farmaci con obbligo di ricetta ma non dispensati dal Ssn; 120 milioni di euro l’anno sarebbero risparmiati dai cittadini”.
 

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