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Venerdì 11 MAGGIO 2012
Aleotti (Menarini): "Polemiche su tassa junk food, ma mai su nostre tasse"

"Chi sostiene la tassa sul junk food afferma che serve a finanziare la sanità ma anche fare meglio percepire al cittadino cosa fa male alla salute. Chi si oppone lo fa perché crede che la tassa sul junk food danneggerà il tessuto industriale del Paese. Mi chiedo perché però tutti hanno taciuto quando con la manovra scorso luglio è stato chiesto alle industrie farmaceutiche di finanziare la sanità con altri 800 milioni di euro, considerato che anche noi produciamo e produciamo salute".

Ad affermarlo Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria e della Menarini, una delle più grandi imprese del settore in Italia, intervenuta oggi a Sesto Fiorentino al primo dei 5 incontri che Farmindustria promuoverà in tutta Italia per per mettere in luce le potenzialità del settore e le difficoltà a cui è sottoposto a causa della crisi e delle scelte politiche.

Eppure, ha proseguito Aleotti, "l'industria del farmaco può essere un volano straordinario per la crescita del Paese, perché è un settore con un grande valore aggiunto: il 90% degli occupati diplomati o laureati, la quota di occupazione femminile nel settore raggiunge il 40% e l'export pari al 60%". Un quadro che, tuttavia, ha iniziato ormai da tempo a risentire "dell'effetto a tenaglia delle scelte politiche per il contenimento della spesa".
 
Per mantenere alto il livello di competitività, ha avvisato Aleotti, "l'industria farmaceutica non può continuare ad essere costantemente oggetto di tagli, che sono mirati a un doveroso contenimento della spesa sanitaria, ma che colpiscono sempre e solo il settore farmaceutico". Peraltro, ha precisato la vicepresidente di Farmindustria, la spesa farmaceutica "rappresenta solo il 16% della spesa sanitaria. Se noi abbiamo contribuito per 11 miliardi negli ultimi 5 anni, quanti miliardi devono toccare al restante 84%? Chiediamo uniformità di trattamento con gli altri fornitori della sanità".
 
Basta, quindi, a "politiche miopi" che considerano l'industria farmaceutica "come un bancomat". L'export non è sufficiente, ha spiegato Aleotti, "abbiamo bisogno anche del mercato interno per essere competitivi. Altrimenti tutti i valori dell'industria farmaceutica andranno perduti".
 
Aleotti ha comunque affermato di continuare a "credere seriamente nel futuro del nostro settore nel nostro Paese". Nonostante per la Menarini si prospetti, nel 2012, un calo di fatturato "del 35%".  Il 2012, ha spiegato la vice presidente della Menarini, "è un anno di sfide. Un anno in cui si concentrano le scadenze di brevetti importanti, un anno in cui il beneficio che attendiamo dalla crescita paesi dell'Asia Pacific, dove abbiamo acquisito un'azienda a novembre, non sarà ancora forte perché ci vuole tempo per lanciare i farmaci.  Un anno, quindi, di transizione".

L'auspicio è che le previsioni di fine anno "si possano modificare nella seconda metà dell'anno". Ma perché questo avvenga "le politiche non possono essere ulteriormente penalizzanti per l'industria farmaceutica, altrimenti ecco che anche grandi aziende come la nostra raggiungono livelli di difficile sostenibilità"
 

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