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Giovedì 24 MAGGIO 2012
Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 48 ore 

La Ptca è una metodica mini-invasiva che ha lo scopo di ripristinare in una determinata regione del muscolo cardiaco un adeguato flusso sanguigno evitando la comparsa degli eventi clinici che caratterizzano l’ischemia miocardica (angina, infarto miocardico). Un intervento coronarico percutaneo si definisce riuscito quando si ottiene un successo angiografico in assenza di outcome avversi durante l’ospedalizzazione (come morte o intervento di bypass aorto-coronarico post-procedurale in emergenza). Più alti volumi sono stati associati con migliori outcome, soprattutto quando la Ptca è eseguita nella fase precoce di un Ima, in cui è richiesta maggiore abilità ed esperienza rispetto ad un intervento di routine in un paziente stabile (Ptca in elezione), ed in letteratura è dimostrato il rapporto inverso tra la precocità di esecuzione della procedura nel paziente con Ima (tempo door-to-balloon) e la mortalità a breve termine. Una recente analisi delle revisioni sistematiche presenti in letteratura ha identificato come soglia di volume per la Ptca 200/400 casi/anno, al di sotto della quale l’efficacia dell’assistenza erogata potrebbe essere compromessa. Sono riportati i risultati delle strutture con un volume annuo di Ima superiore a 50.(media esiti Italia 30,67%) 
 
Tranne che per la struttura di Fano tutti gli esiti di questo indicatore sono statisticamente certi. In Umbria la forbice tra gli esiti fotografati nelle strutture ospedaliere è amplissima. Si va, infatti, dal 52,5% dell’Azienda ospedaliera di Perugia all’1,9% dell’Ospedale S.M. della Stella di Orvieto.
Si viaggia poi dagli esiti del S.G. Battista di Foligno e dell’Ao S.Maria di Terni (rispettivamente con un 47,1% e un 42,9%) al14,5% dell’Ospedale Civile S.M. degli Infermi di Spoleto, al 14,6% del Presidio Ospedaliero Alto Chiascio di Gubbio, al 15% dell’Ospedale di Città di Castello.
Ancora più marcato il gap tra le strutture delle Marche: dal 61% del GM Lancisi di Ancona e dal 55,3% dell’azienda S. Salvatore di Pesaro si passa al preoccupante 0,6% del CG Mazzoni di Ascoli Piceno.
Performance sfavorevoli si registrano anche all’Ospedale Le Provinciale di Macerata (2,6%), al Presidio Ospedaliero di Fermo (3,6%) e all’Inrca Ancona e al Civile e Profili di Fabriano, entrambe con un 5%.
Stesso trend in Abruzzo: si passa dal 54,7% del Civile Spirito Santo di Pescara (45,3% del Mazzini di Teramo e 41,3% del SS Annunziata di Chieti), alle performance decisamente sfavorevoli del Civile di Vasto con appena lo 0,5% di Ima trattati, al 2% dell’Ospedale Renzetti di Lanciano, al 2,4% del Civile Liberatore di Atrì, al 4,3% del Presidio Annunziata di Sulmona, al 4,8%
Del S. Nicola e Filippo di Avezzano. Chiude il S. Salvatore a L’Aquila con un 11,9%.
 

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