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Giovedì 24 MAGGIO 2012
Ictus: mortalità a 30 giorni dal ricovero 

Ictus o Stroke è comunemente definito come una sindrome clinica caratterizzata dal rapido sviluppo di segni focali o generali di disturbo delle funzioni cerebrali che durano più di 24 ore e possono condurre a morte, con apparente origine vascolare. Esistono diversi tipi di ictus cerebrale con diversa patogenesi. Circa l’80-85% è di natura ischemica, circa il 15-20% è di origine emorragica (emorragia cerebrale nella maggior parte, meno frequentemente emorragia subaracnoidea). Le forme ischemiche sono in genere a prognosi migliore rispetto alle forme emorragiche ed hanno una letalità a 30 giorni oscillante nei vari studi tra il 10% e il 15%. La mortalità a 30 giorni dopo ricovero per ictus è considerata un indicatore valido e riproducibile dell’appropriatezza ed efficacia del processo diagnostico-terapeutico che inizia con il ricovero ospedaliero. Viene misurato l’esito a partire dalla data di primo accesso in ospedale del paziente, che corrisponde alla data di ricovero per stroke o dell’accesso in Pronto soccorso immediatamente precedente il ricovero. L’attribuzione dell’esito alla struttura di primo accesso (struttura di ricovero o dalla struttura sede del PS) non implica la valutazione della qualità dell’assistenza fornita da quella struttura ma dell’appropriatezza ed efficacia del processo assistenziale che inizia con l’arrivo del paziente a quella struttura. Sono riportati i risultati delle strutture con un volume annuo di ictus > 50.(media esiti Italia 9,94%) 

Capofila delle migliori strutture dell’Umbria, e non solo, è l’Azienda ospedaliera Città della Pieve con un tasso di mortalità, in fascia blu, pari a 1,6%. Le altre strutture regionali in fascia grigia presentano tutte esiti favorevoli e molto al di sotto della media italiana: Alto Chiascio di Gubbio (2,8%), l’Ospedale Città di Castello (4%), l’Ao di Perugia (5,7%). I tassi crescono e superano la media italiana, nell’Ao S. Maria di Terni (12,3%) al S.G. Battista di Foligno (11,6%). Mentre al S.M. della Stella di Orvieto i tassi sono al di sotto della media nazionale (8,8%).
Tutte in fascia grigia le strutture delle Marche. Guida il gruppo delle strutture con esiti favorevoli l’Ospedale Tolentino (3,8%), seguito dal Presidio Ospedaliero Umberto I di Ancona (4,4%). Le altre strutture (Civile e Profili di Fabriano, il S. Salvatore di Pesaro e il C. G. Mazzoni di Ascoli Piceno) viaggiano tra il 5,8% e il 7,7%. Invece in cinque strutture troviamo esiti sfavorevoli, superiori alla media nazionale, il più alto tasso di mortalità è segnalato al S. M. Misericordia di Urbino (12,8%), seguito dall’Ospedale generale provinciale di Macerata (11,8%) e dalle strutture di Civitanova Marche (11,7%), Senigallia (11,3%) e dagli Ospedali Riuniti di Jesi (10,4%).
In Abruzzoanche per questo indicatore la forbice tra gli esiti favorevoli e quelli sfavorevoli è ampia: si viaggia dal 2% della clinica Villa Speranza a Città S. Angelo (in fascia grigia) al dato sfavorevole e in fascia rossa del Maria SS dello Splendore a Giulianova con un tasso di mortalità tre volte superiore a quello medio italiano (21,8%).

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