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Martedì 31 LUGLIO 2012
Rapporto Ania: Rc sanitaria sempre più cara

Se Atene piange Sparta non ride. L’incidenza dei casi di malpractice medica, presunta o meno, non tende ad attenuarsi con il conseguente aumento del fenomeno della medicina difensiva che crea esasperazione tra i medici,  e inoltre non “arricchisce” il settore della Rc medica come emerge dal Rapporto Ania 2011-2012, presentato nelle scorse settimane e che fotografa, appunto, una situazione da allarme rosso.

L’operazione polizze per la copertura del rischio derivante da denunce di malpractice nel 2010 ha, infatti, sfiorato i 500 milioni di euro surclassando la già vertiginosa cifra raggiunta nel 2009 e pari a 485 milioni di euro. Di questi il 58% è relativo a polizze stipulate dalle strutture sanitarie e il restante 42% relativo a polizze stipulate dai professionisti sanitari che hanno visto crescere in modo pesante i costi assicurativi, probabilmente anche a causa di una rivisitazione dei prezzi assicurativi resasi necessaria per il persistente disequilibrio economico del settore. Un incremento dei premi di circa tre punti percentuali determinato essenzialmente dalla lievitazione del 5,3% del volume dei premi relativi alle polizze dei professionisti, a fronte di un più contenuto aumento dell’1,5% dei premi relativi alle strutture sanitarie.
 
A gettare ombre ancora più pesanti sul settore è il fatto che le statistiche non ricomprendendo i premi raccolti dalle imprese europee operanti in Italia in regime di libertà di prestazione di servizi, alcune delle quali particolarmente attive nel settore sanitario.
 
Secondo i dati presentati, il tasso annuo di crescita dei premi complessivi negli ultimi 10 anni (2000-2010) si attesta al 7,8% l’anno, rispettivamente 6,2% per le strutture sanitarie e 10,5% per i professionisti. E la stima del numero di sinistri denunciati alle imprese di assicurazione italiane nel 2010, è stata pari a 33.700 denunce di sinistro, di cui quasi due terzi relativi a polizze stipulate dalle strutture sanitarie, sostanzialmente in linea col dato registrato nel 2009 (-1,0%). Cresce poi il costo medio dei sinistri: nel 2010 raggiunge i 27.689 euro, contro i 25.083 del 2009. (vedi tabella)
 
Dati, sottolinea la relazione, che soffrono di una sottostima iniziale del sinistro da parte delle compagnie. Per i sinistri protocollati nel 1994, a esempio, dopo 8 anni di sviluppo (ossia nel 2012) le imprese avevano stimato mediamente di pagare circa 16.400 euro, mentre a distanza di 12 anni la valutazione si era quasi raddoppiata, raggiungendo quello che sembra oggi il costo medio “ultimo” dei sinistri di quella generazione, ossia 28.000 euro. Un trend che colpisce tutte le generazioni di sinistri: nel 2004 il costo medio si è raddoppiato in soli 4 anni, e ha raggiunto quota 22.700 euro, e nel 2008 ha toccato i 44.000.
Andamenti in forte crescita che sommati al numero in crescita delle denunce determinano, risultati negativi per i conti tecnici di settore con valori crescenti del rapporto sinistri-premi.
 
E così al 31 dicembre del 2010 il rapporto medio dei sinistri a premi per le varie generazioni sfiora il 170%, mentre nella generazione più recente si attesta al 153%. Dall’analisi dell’evoluzione del rapporto sinistri-premi traspare però anche un progressivo miglioramento da parte delle imprese nella stima e previsione dei trend in atto nel settore.

 

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