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Martedì 27 NOVEMBRE 2012
Presenti (Acoi): “Politica non giochi su diritto alla salute”

“Tagliare apparato burocratico-amministrativo non qualità e sicurezza”. È questa la risposta/proposta del presidente Acoi (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani), Luigi Presenti, alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Mario Monti, sul rischio tenuta del Ssn.

“Le dichiarazioni del presidente Monti – prosegue Presenti - non stupiscono più di tanto chi, come noi, ha da tempo lanciato un grido di allarme sui recenti provvedimenti governativi e sulle drammatiche conseguenze di questi sulla sostenibilità di un sistema che, per l’impegno di tutte la categorie professionali che in esso operano, resta fra i migliori del mondo. I tagli operati incidono più sulla reale qualità e sicurezza delle cure che sull’imponente, e molto spesso inefficiente, apparato burocratico-amministrativo. Gli operatori sanitari, veri protagonisti della sanità pubblica, sperimentano da tempo una crescente marginalizzazione nei processi decisionali, con l’effetto di una demotivazione che solo la diffusa coscienza professionale riesce a contrastare. A nessuno sfugge la necessità di operare rigorose revisioni della spesa pubblica, ma questo non può essere ottenuto al prezzo di distruggere il settore che, più di tutti gli altri, qualifica il nostro Paese come facente parte del mondo civile”.

I Chirurghi Ospedalieri Italiani si dicono “vicini a tutti i cittadini e a tutti i professionisti della sanità in un momento che definire di vera angoscia non sembra eccessivo. Una politica che non può, e non vuole, tagliare i propri costi – e parlo dei costi di una politica diffusa e pervasiva della vita sociale italiana – si presenta con dichiarazioni che non possono non approfondire il solco tra la stessa politica e i Cittadini”, aggiunge Presenti, che conclude: “La garanzia Costituzionale del diritto alla salute, sancita dall’articolo 32, non può essere giocata sui tavoli di una politica condizionata in maniera troppo pesante dalle regole europee, che rischiano di portarci, come in Grecia e Spagna, al fallimento del Sistema Sanitario”.

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