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Mercoledì 20 FEBBRAIO 2013
Morino (Bambino Gesù): "Se i bambini sono obesi è colpa anche dei genitori”

Da una parte buone notizie, dall’altra cattive. Se negli ultimi cinque anni è un po’ diminuito  il numero di bambini in sovrappeso e obesi, le cattive abitudini la fanno ancora da padrone: sono ancora troppi i piccoli che non hanno un’alimentazione corretta o che fanno una vita sedentaria, e non aumenta abbastanza la percentuale di bimbi che fa attività fisica.
 
Ma secondo gli esperti, la responsabilità di questo è in parte anche delle mamme e dei papà: "I dati presentati oggi al Ministero da una parte enfatizzano l'importanza e l'efficacia di progetti di prevenzione tesi a ridurre l'entità del problema, ma dall'altra supportano ancora di più la necessità di interventi di educazione alimentare e sugli stili di vita come i soli capaci di ridurre l'entità del sovrappeso e soprattutto le sue complicanze metaboliche, presenti già in tale fascia di età (steatosi epatica, iperinsulinismo, HDL colesterolo ridotto, ipertensione arteriosa)”, ha spiegato Giuseppe Morino, responsabile dell'Unità Operativa di Dietologia clinica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “In una ricerca eseguita nel Lazio, su bambini di 3-6 anni, abbiamo evidenziato come l’85,2% delle mamme del campione non assumeva mai o raramente cibi non graditi e il68% di loro non proponeva, mai o raramente, ai propri figli cibi che essi non gradivano. Per quanto riguarda i cibi nuovi, questi venivano assunti raramente o occasionalmente dalle mamme (79% del campione) e dai loro bambini (75% del campione)”.
 
Insomma, per migliorare la salute dei più piccoli, quando si tratta di alimentazione e stile di vita, bisogna partire dai genitori. “Questi elementi indirizzano ulteriormente a interventi di sensibilizzazione delle famiglie a una corretta alimentazione sin dai primi anni di vita (allattamento materno, corretto divezzamento, riduzione della selettività) – ha concluso Morino – e a interventi teraputici nei casi conclamati di terapia educazionale nutrizionale con coinvolgimento di ragazzi, genitori, scuola e media, come avviene nei percorsi terapeutici effettuati nell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù".

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