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Venerdì 10 MAGGIO 2013
Integratori: no al fai-da-te nei bambini

È opinione diffusa che gli integratori alimentari a base di piante non possano far male in quanto 'naturali' e spesso accade che vengano somministrati ai bambini in maniera autonoma e senza informarne il pediatra. Può accadere anche che, magari su consiglio di persone inesperte, i genitori si cimentino in preparati “fai da te” con potenziali rischi anche di serie intossicazioni o utilizzino prodotti di scarsa qualità la cui efficacia e sicurezza potrebbero essere perlomeno dubbie.
In realtà l’uso di prodotti erboristici per autoprescrizione o su consiglio di operatori non qualificati non è privo di rischi. Al punto che lo stesso Istituto Superiore di Sanità, anche tenendo conto del crescente interesse dei consumatori verso gli integratori, ha attivato un sistema di segnalazione delle reazioni avverse.
 
Sono alimenti e non farmaci: occhio al dosaggio
Dal punto di vista regolatorio gli integratori sono considerati alimenti e non farmaci: pertanto non c’è alcun obbligo di inserire nella confezione i foglietti illustrativi, i cosiddetti “bugiardini”, né e di riportare in etichetta la quantità di principio attivo contenuto. “Quando manca questa indicazione è difficile capire qual è il dosaggio adeguato al peso, soprattutto nel caso di soggetti del tutto peculiari come i bambini”, spiega Vitalia Murgia, pediatra e professore a contratto di pediatria ambulatoriale, docente al Master di II livello in Fitoterapia dell’Università Sapienza di Roma. È questa una delle principali ragioni per cui i pediatri, riuniti al 69° Congresso Nazionale della SIP, sconsigliano “il fai da te”, oltre che per evitare di incorrere in effetti avversi dovuti a sostanze di provenienza vegetale ma dotate di effetti farmacologici documentati.
 
Dalla tosse alle coliche: ecco come e quando usarli
Nell’ultimo decennio vi è stata un’esplosione di ricerche farmacologiche e cliniche ed oggi è possibile definire opportunità e limiti d’uso in una fascia d’età così delicata come quella pediatrica. “Molti disturbi frequenti dei bambini”, aggiunge la prof.ssa Murgia, “possono essere trattati con integratori fitoterapici, come rimedi di prima linea per disturbi non troppo intensi che non hanno nessun farmaco veramente efficace di riferimento, il cosiddetto 'gold standard di trattamento': le infezioni respiratorie acute e ricorrenti che si presentano comunemente anche con ostruzione nasale e tosse, i disturbi del sonno, le coliche gassose, il colon irritabile, la stipsi e la diarrea. Anche per questo tipo di integratori però va effettuata una valutazione rischio/beneficio ed è meglio conoscere se esistono studi di efficacia e sicurezza”. In tali casi se non ci sono complicazioni, l’integratore potrebbe essere usato anche come unico rimedio. In situazioni più serie, per esempio in presenza di infezioni batteriche certe o di sospette complicanze, l’integratore può essere usato solo come complemento alla terapia prescritta dal pediatra.
 
Ipersensibilità e allergie, gli effetti indesiderati più frequenti
Gli effetti avversi più frequenti ai prodotti naturali sono ipersensibilità e allergie, fenomeni che sono determinati comunque, in percentuali ben più elevate, anche dai cibi e dai farmaci di comune impiego. “E’ stato riscontrato che in prodotti di scarsa qualità a base di Camomilla sono state trovate tracce di una varietà di camomilla, molto più allergizzante, rispetto a quelle tradizionalmente usate” avverte la pediatra “attenzione anche a non somministrare oli essenziali per bocca ai bambini; anche per il loro uso topico non si deve superare la concentrazione del 3-5% e non vanno applicati su ampie superfici corporee. Le essenze pure di menta e canfora non dovrebbero essere usate nei bambini al di sotto dei 24 mesi perché potrebbero provocare disturbi respiratori anche gravi”. Tuttavia il sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità è abbastanza rassicurante sul fenomeno delle allergie e intolleranze in quanto riporta, in un periodo di 5 anni, 18 casi di sospetti eventi avversi con l’uso dei propoli, di cui 6 pediatrici, a fronte di un consumo molto diffuso di questa sostanza.

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