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Giovedì 18 LUGLIO 2013
Cos‘è il Fibroscan?

“Una rivoluzione diagnostica e culturale. Un moderno supporto diagnostico divenuto ormai essenziale nella gestione di pazienti con malattia cronica del fegato”. Ecco le parole con cui Fabrizio Soccorsi, primario emerito di Epatologia al San Camillo di Roma e consulente dei centri diagnostici Marilab definisce Fibroscan.
 
Più nello specifico, spiega l’esperto, si tratta di “uno strumento simile all’ecografo e capace di misurare in modo non invasivo, veloce e indolore la quantità di fibrosi, il cui danno fibrocicatriziale viene espresso in Kilopascal(KPa)”. Un apparecchio composto da una sonda ecografica modificata, da un sistema elettronico dedicato e da un’unità di controllo. La sonda contiene un vibratore che genera un’onda elastica a bassa frequenza, di piccola ampiezza, che attraversando il fegato valuta il danno anatomico, ovvero la degenerazione fibrotico- cicatriziale, “e tanto più il fegato è duro-fibrotico tanto più aumenta la velocità di quest’onda elastica”. La sonda “deve essere posizionata nello spazio intercostale – ha specificato il professore - e ad ogni suo spostamento viene misurata una sezione cilindrica di tessuto epatico pari a 4 centimetri di lunghezza e a 1 centimetro di diametro, andando in profondità per 2,5 centimetri così da esplorare tutto l’organo senza perdersi nulla. Ciò consente di ridurre l’errore di campionamento e di avere un risultato di alta attendibilità”.

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