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Giovedì 05 SETTEMBRE 2013
Trombosi venosa profonda e embolia polmonare. Edoxaban meglio di warfarin

Edoxaban, anticoagulante orale in monosomministrazione giornaliera per il trattamento e la prevenzione della trombosi venosa profonda (TVP) e/o dell’embolia polmonare (EP), ha raggiunto l’endpoint primario di efficacia, dimostrando la non inferiorità rispetto al warfarin nel trattamento e nella prevenzione delle tromboembolie venose (TEV) ricorrenti sintomatiche. Edoxaban ha dimostrato inoltre la superiorità rispetto al warfarin per gli esiti relativi ai sanguinamenti maggiori o clinicamente rilevanti. Questo quanto emerge dallo studio di fase 3Hokusai-VTE nel corso del 23° Congresso ESC.
 
Lo studio Hokusai-VTE ha coinvolto complessivamente 8.292 soggetti con un ampia gamma di TEV, inclusi quelli con grave EP, ed è stato elaborato per rispecchiare quanto più possibile la pratica clinica, compreso il trattamento iniziale con eparina ed una durata di trattamento flessibile da tre a dodici mesi. Come esito primario di efficacia, edoxaban ha dimostrato la non inferiorità rispetto al warfarin con una incidenza numericamente inferiore di TEV ricorrente sintomatica  (rispettivamente di 3.2% contro 3.5%) (hazard ratio [HR], 0.89; 95% confidence interval [CI], 0.70 -1.13; P<0.001 for non-inferiority). Si è registrata inoltre una superiorità di edoxaban rispetto al warfarin per gli esiti relativi ai sanguinamenti maggiori o clinicamente rilevanti (rispettivamente 8.5% contro 10.3%,) (HR, 0.81; 95% CI, 0.71 to 0.94; P=0.004 for superiority). “Lo studio Hokusai-VTE è stato disegnato per includere un ampio spettro di pazienti affetti da TEV, tra cui quelli affetti da EP severa, e siamo dunque molto lieti che lo studio abbia confermato che edoxaban in monosomministrazione giornaliera è altrettanto efficace del warfarin per la prevenzione delle TEV ricorrenti sintomatiche, riducendo però significativamente il rischio di emorragie”, ha dichiarato Harry Büller, Professore di Medicina Interna, Direttore del Dipartimento di Medicina Vascolare dell’Academic Medical Center di Amsterdam, The Netherlands e Coordinatore principale dello Studio  Hokusai-VTE. “Un risultato promettente si è registrato con la consistente riduzione delle recidive di TEV sintomatica tra i pazienti con embolia polmonare severa, trattati con edoxaban.”
 
Nello studio Hokusai-VTE, il dosaggio utilizzato di edoxaban è stato di 60 mg una volta al giorno, con eccezione dei pazienti che presentavano fattori clinici che hanno un impatto sulle concentrazioni plasmatiche degli anticoagulanti orali (insufficienza renale, basso peso corporeo, o l'uso concomitante di inibitori della p-glicoproteina) che hanno ricevuto 30 mg di edoxaban. Anche questo ultimo gruppo di pazienti trattati con dosaggio ridotto di edoxaban, ha registrato risultati di efficacia coerenti con lo studio, con un minor numero di eventi di tromboembolia venosa ricorrente (733) rispetto a warfarin (719) (VTE recurrence of 3.0% vs. 4.2%; HR, 0.73; 95% CI, 0.42 to 1.26). Il dosaggio ridotto ha registrato inoltre una significativa riduzione anche per quanto riguarda le emorragie maggiori o clinicamente rilevanti rispetto al warfarin (rispettivamente 7.9% contro il 12.8%) (HR, 0.62; 95% CI, 0.44 to 0.86).
Tra i pazienti affetti da TVP (4.921), le ricorrenze di TEV erano simili per entrambi i gruppi edoxaban e warfarin (rispettivamente 3.4% contro il 3.3%) (HR, 1.02; 95% CI, 0.75 to 1.38), mentre l’incidenza di TEV ricorrente tra i pazienti affetti da EP (3.319) è stata numericamente più bassa per i pazienti trattati con edoxaban rispetto al warfarin (rispettivamente 2.8% contro il 3.9%) (HR, 0.73; 95% CI, 0.50 to 1.06). Inoltre, in una analisi dei sottogruppi,  i pazienti con EP severa ed evidenza di disfunzione del ventricolo destro ( NT pro-BNP ≥ 500 pg/mL, n=938) trattati con edoxaban hanno registrato il 48% in meno di rischio di TEV sintomatica ricorrente rispetto al warfarin (3.3% contro il 6.2%) (HR, 0.52; 95% CI, 0.28 to 0.98).
 
“Siamo molto contenti dei risultati ottenuti dallo studio Hokusai-VTE che dimostrano che edoxaban può rappresentare una nuova opzione di trattamento per un’ampia casistica di pazienti affetti da TEV. Daiichi Sankyo ha pianificato di presentare la richiesta di registrazione per il trattamento delle TEV  entro il primo trimestre del 2014 negli Stati Uniti, in Giappone ed in Europa”, ha affermato Glenn Gormley, Direttore Globale della Divisione R&D e Senior Executive Officer di Daiichi Sankyo. “Daiichi Sankyo si impegna a proseguire lo sviluppo globale di edoxaban e attende con interesse la presentazione dei risultati della fase 3 dello studio ENGAGE AF-TIMI 48 in pazienti con fibrillazione atriale, che avverrà durante la American Heart Association a novembre 2013.”

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