quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 12 SETTEMBRE 2013
Ma pesano ancora molto le differenze socio-economiche

Il report appena pubblicato dalla Commissione europea ha cercato anche di individuare le cause di queste disugaglianze. Quali sono le persone che hanno una maggiore aspettativa di vita e quali quelle che ne hanno una minore? Secondo i dati raccolti dagli esperti, il problema è proprio l'ineguaglianza sociale, già individuata nell'Annual Growth Survey 2013 come campo di intervento prioritario: sono le disparità nelle condizioni di vita quotidiane e fattori come il reddito, il livello di impiego e quello di educazione, a fare la differenza. Il report ha infatti individuato molti esempi di correlazione tra fattori di rischio quali la dipendenza da tabacco e l'obesità e le condizioni socioeconomiche peggiori, non solo a livello di singoli individui come è già noto dalla letteratura medica, ma anche a livello nazionale.
 
Si stima infatti che la differenza nell'aspettativa di vita a 30 anni tra le persone con un più alto livello di scolarizzazione e quelle con un livello più basso possa variare dai 3 ai 17 anni per gli uomini e da uno a 9 anni per le donne, a seconda degli Stati Membri dell'UE. Ma allo stesso modo, per fare un esempio, il distacco tra l'aspettativa di vita alla nascita tra le regioni più ricche e quelle meno ricche dell'Europa era nel 2010 addirittura di 13,4 anni per gli uomini e 10,6 anni per le donne.
 
Il report della Commissione europea ha infatti rilevato una sorta di “gradiente sociale” rispetto alla condizione sanitaria nel continente: persone con un una formazione scolastica più scarsa, un basso livello di occupazione e un reddito più basso tendono a morire più giovani e a presentare una prevalenza maggiore della maggior parte dei problemi di salute che si riscontrano nella regione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA