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Giovedì 19 SETTEMBRE 2013
D’Ambrosio Lettieri (PdL): “Una mozione al Senato per sostenere le cure”

"La presentazione unanime di questa mozione sull'Alzheimer rappresenta una opportunità che ci consente innanzitutto di dare un messaggio di speranza al nostro Paese. La politica sa anche parlare ad una sola voce davanti alle emergenze.  La Commissione Sanità, infatti,  ad una voce ha inteso esprimere il proprio impegno superando gli atteggiamenti di tipo formale e gli annunci spot che accompagnano purtroppo troppo spesso la politica povera e inefficace. Lo abbiamo fatto in modo convinto con l'intento di mettere a fattore comune le forze, le sensibilità e le competenze. Colgo l'occasione per ringraziare le colleghe Bianconi e Granaiola il cui impegno comune, con tutta la Commissione guidata dal presidente De Biasi, ha consentito di arrivare alla presentazione di questa mozione che formalizzeremo tra qualche giorno in aula, con l'auspicio che venga non solo calendarizzata, ma che l'impegno abbia un esito migliore rispetto a quello riscontrato dalla mia mozione nella precedente legislatura, pur approvata a voti unanimi.
 
Certo, siamo consapevoli che il Paese vive un momento di particolare contingenza economica. Ma ad una politica matura e responsabile spetta individuare le priorità nella propria agenda di interventi. L'Alzheimer merita di entrare in una posizione di particolare rilievo, perché ha un effetto di ricaduta sotto il profilo sociale assolutamente devastante. Si tratta di una patologia drammatica da cui non solo non vi è al momento alcuna possibilità di salvarsi, ma che rischia di mettere sotto i piedi la dignità dell'essere umano che invece merita rispetto e di essere accompagnato in questo percorso difficile sino all'ultimo con una rete di protezione sociale e familiare.
 
I dati epidemiologici ci consegnano un quadro allarmante, con un aumento esponenziale dei asi registrati in Italia. Nel 2050 ci saranno 280 milioni di anziani nel mondo di cui la metà  saranno affetti da Alzheimer. In italia gli 800mila casi di oggi sono destinati a diventare, in 30 anni, oltre tre milioni. Davanti a questi dati inquietanti con 80mila casi ogni anno e un ammalato ogni dieci minuti noi abbiamo costi di gestione elevatissimi, ma disponiamo di risposte inadeguate sia nei confronti dei pazienti che dei familiari e degli operatori. Si tratta di un aspetto fondamentale nell'ambito del quale riteniamo  importante si faccia investimento in relazione alla rete di protezione sociale a costo zero, verso la quale la politica non ha destinato interventi adeguati rispetto a quello che è auspicabile.
 
Nella mozione rivolgiamo una serie di richieste al Governo: dai test diagnostici oggi assenti alla terapia farmacologica che impone un impegno straordinario sul versante della ricerca,  dalla formazione per il personale che eroga le cura a quella per il personale che garantisce l'assistenza ai pazienti.
Il nostro è un Paese che è molto indietro nella graduatorie internazionali rispetto all'assistenza domiciliare integrata. L'a.d.i. registra, infatti, numeri da prefisso telefonico, ancora più drammatici nel Mezzogiorno d'Italia. Vi è anche un problema di strutture residenziali perché non tutte le famiglie si trovano nella condizione di fornire adeguata assistenza presso le proprie abitazioni. Non si battono i pungi per reclamare cose impossibili, ma per chiedere che sia garantito ciò che non lo è, il necessario. E su questo fronte è improcrastinabile l'apertura in aula di una discussione seria e proficua. Non chiederemo di più, ma non ci accontenteremo di meno.
 
Questa è la testimonianza con cui vogliamo rivolgere la nostra solidarietà e il nostro impegno concreto per i malati, le famiglie e gli operatori che svolgono un lavoro straordinario, ma che vanno messi nelle condizioni di lavorare serenamente e in condizioni adeguate".
 
Lo ha dichiarato il sen. Luigi d'Ambrosio Lettieri, capogruppo del PdL nella 12ª Commissione Sanità del Senato, intervenendo oggi a Roma in Senato alla conferenza stampa per la presentazione della mozione sull'Alzheimer.

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