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Martedì 08 OTTOBRE 2013
Il mercato delle e-cig annaspa. Roccatti (Anafe): "Il rischio è la fuga all'estero delle aziende"

Precipita nel vortice della crisi anche il mercato delle sigarette elettroniche. Dopo il boom registrato soprattutto a partire dallo scorso periodo natalizio, il mercato inizia a registrare i primi segni di flessione. A incidere fortemente sul trend negativo è stata la decisione di applicare, dal prossimo primo gennaio, alle e-cig la tassa di consumo del 58,5%, equiparandole quindi a quelle tradizionali. Un colpo durissimo per un settore che conta oltre 5mila persone attive in circa 3mila punti vendita lungo tutta la penisola. In base ai riscontri effettuati dall’Associazione nazionale fumo elettronico (Anafe), tra maggio e giugno hanno chiuso 123 strutture e la richiesta di nuove aperture ha registrato una contrazione pari al 99%.

Con un mercato interno che annaspa, la soluzione più immediata sembra quindi quella di rivolgersi all’estero. E quindi nei Paesi caratterizzati da una pressione fiscale più contenuta, come quelli dell’Europa orientale. Si tratterebbe dell’ennesimo comparto in cui gli imprenditori puntano sulla delocalizzazione. “A stroncare il mercato italiano hanno concorso tre fattori principali – attacca Umberto Roccatti, ad di Puff e vicepresidente di Anafe – In primis il divieto di pubblicità che rappresenta un’evidente penalizzazione. Poi l’informazione scandalistica che ha diffuso informazioni, poi puntualmente rivelatesi false, sul contenuto delle sigarette elettroniche. E ovviamente la tassazione, che costituisce un vero e proprio omicidio premeditato da parte del legislatore”. La speranza è interamente legata “a un intervento normativo che determini una vera regolamentazione e che applichi una tassazione ragionevole per tutta la filiera”.
 

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