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Venerdì 18 OTTOBRE 2013
Il mal di testa. La più diffusa condizione patologica al mondo

È più diffusa rispetto a patologie comuni come il diabete e l’asma e anzi è la condizione più comune nel mondo, classificata, globalmente, come la settima causa più specifica di disabilità. Si tratta dell'emicrania e a definirla così non sono i pazienti ma l'Organizzazione mondiale della sanità. In effetti, se i pazienti hanno molta familiarità con il dolore intenso causato dal “mal di testa”, chi non ha mai avuto una cefalea o emicrania gravi potrebbe non comprendere appieno l’ampio e nascosto impatto che queste patologie possono avere. La natura distruttiva degli attacchi regolari può influire negativamente sulle persone che questi pazienti hanno intorno e può contribuire al deterioramento di vari aspetti della vita di tutti i giorni, portando spesso alti livelli di stress e depressione.
 

Si tratta di una condizione che è più diffusa di quanto si potrebbe pensare: la cefalea colpisce globalmente circa il 50% degli adulti ogni anno, e di questi, approssimativamente l’11% dei casi incontra i criteri che soddisfano una diagnosi di emicrania. In Europa ed America si stima che l’incidenza della emicrania sia del 6-8% negli uomini e del 15-18% nelle donne. L’emicrania cronica è, tra tutte le cefalee, la patologia che più incide nella vita dei pazienti: almeno 15 giorni di cefalee al mese, di cui 8 di emicrania.
Inoltre, le persone con emicrania cronica presentano più comorbilità rispetto a quelle che soffrono di emicrania episodica, con ad esempio obesità, alta pressione sanguigna, disturbi d’ansia ed è possibile che il paziente con Emicrania Cronica visiti lo studio riferendo questi disturbi e non le emicranie. Riconoscere tra i pazienti con queste patologie chi soffre anche di emicrania può aiutare a determinare un piano di trattamento adeguato. Inoltre, una emicrania cronica persistente causa un incremento dei disturbi legati all’emicrania, un aumento dei costi diretti ed indiretti da sostenere e dell’utilizzo dei servizi rispetto ad un paziente in condizioni di emicrania episodica.
Disoccupazione, perdita del lavoro o di giorni di scuola così come rinuncia a molti aspetti della vita sociale sono condizioni che i nostri pazienti conoscono bene.
 

Una accurata diagnosi di emicrania cronica è cruciale. È inoltre di fondamentale importanza capire lo stato medico ed emotivo del paziente – come lo è capire che uso fa il paziente dei farmaci al momento della visita. Ci sono due tipi di opzioni terapeutiche che possono aiutare il paziente ad affrontare le sue cefalee ed emicranie: farmaci da assumere per fermare l’attacco emicranico una volta cominciato e farmaci che prevengono l’occorrenza di tali attacchi.
Anche se i farmaci sono utilizzati per alleviare il dolore ed i sintomi associati all’emicrania, l’utilizzo eccessivo degli stessi – comune negli individui che soffrono di Emicrania Cronica – può far peggiorare l’emicrania stessa. L’abuso di farmaci può inoltre influenzare l’insorgenza di comorbilità psichiatriche, complicazioni gastrointestinali, ecc. Si stima che il 50-80% dei pazienti affetti da emicrania cronica visitati nei centri cefalee facciano abuso di farmaci.
L’abuso può essere definito come regolare assunzione di una combinazione di analgesici, ergotaminici, triptani o oppiodi per 10 o più giorni al mese, per un periodo maggiore di 3 mesi o il semplice uso di analgesici o ogni combinazione dei precedenti farmaci per più 15 giorni al mese per un periodo superiore ai tre mesi. Tale abuso va eliminato, tornando ad un uso massimo di due dosi per attacco per non più di 2-3 cefalee alla settimana, oppure attraverso l’uso di farmaci preventivi.  

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