quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 14 NOVEMBRE 2013
La gestione del diabete è importante quanto i farmaci. Lo studio "Prisma"

L’8,6% della popolazione europea è affetta da diabete e di questi 3 milioni sono in Italia. Ecco perché nel nostro paese è fondamentale accendere i riflettori sulla patologia, anche tramite la celebrazione della Giornata Mondiale. Ma l'impegno italiano è anche quello che riguarda il contributo allo studio della gestione del diabete. Nel mese di Ottobre 2013 è stato infatti pubblicato sulla rivista scientifica Diabetes Care lo studio italiano PRISMA, primo al mondo in fatto di numerosità, che evidenzia l’efficacia di un approccio personalizzato alla gestione del diabete.

Questo studio, multicentrico randomizzato, prospettico e in aperto ha coinvolto per oltre un anno più di 1000 pazienti con  diabete di tipo 2 non insulino trattati  provenienti da 39 centri di diabetologia su tutto il territorio nazionale; ha confrontato due diversi gruppi: uno (501 pazienti) con autocontrollo  strutturato della glicemia (4 volte al giorno per 3 giorni alla settimana) e uno (523 pazienti) con autocontrollo non strutturato. I risultati ottenuti hanno dimostrato un significativo miglioramento dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c) nei soggetti che effettuavano l’autocontrollo strutturato.
 
“Lo studio PRISMA è la dimostrazione che l’automonitoraggio della glicemia nella persona con diabete non trattata con insulina è efficace quanto un intervento farmacologico”, ha affermato Emanuele Bosi, Direttore del Dipartimento di Medicina interna e specialistica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. “I risultati ottenuti evidenziano come la misurazione della glicemia capillare secondo uno schema che stabilisce la frequenza e il momento delle misurazioni consente di raggiungere e mantenere nel tempo un miglior controllo glicemico senza effetti collaterali di rilievo”.
 
Lo studio PRISMA può avere un forte impatto sia sui pazienti che diventano più consapevoli del proprio stato e possono di conseguenza migliorare e adattare il proprio stile di vita, sia sui medici che possono effettuare aggiustamenti terapeutici informati. Il rafforzamento della collaborazione tra medici e pazienti può ridurre il ricorso a farmaci di maggior costo per il Sistema Sanitario Nazionale. “Siamo convinti da molto tempo che un’efficace gestione del diabete possa passare solo attraverso un approccio sistemico che tenga conto di tutti gli attori e che abbia un solo obiettivo: il miglioramento della qualità della vita delle persone con il diabete”, ha  dichiarato Massimo Balestri, Head of RocheDiabetes Care Italia. “Lo Studio PRISMA, che mette in primo piano il malato e propone un nuovo modo di collaborazione tra medico e paziente, ci fornisce una dimostrazione importante di questo e rappresenta un punto di partenza per la definizione di nuove modalità di assistenza”.
 
Lo studio PRISMA si colloca a ragione tra i grandi trial internazionali sia per i suoi risultati sia perché ha validato una metodologia di gestione della persona con diabete in cui l’autocontrollo strutturato ha mostrato una efficacia paragonabile a quella di un farmaco.
 
Il progetto è stato curato da un team di sei diabetologi italiani di rilievo internazionale:
-       Prof. Emanuele Bosi, Direttore del Dipartimento di Medicina interna e specialistica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
-       Prof. Antonio Ceriello, Direttore del Dipartimento di Ricerca su “Diabete e Malattie Cardiovascolari” all’Institut d’Investigacions Biomèdiques August Pi i Sunyer (IDIBAPS), di Barcellona
-       Prof. Domenico Cucinotta, Direttore dell’Unità Operativa Complessa Medicina delle Malattie Metaboliche dell’A.O.U., Policlinico G. Martino di Messina
-       Prof. Francesco Giorgino, Direttore dell’Unità Operativa di Endocrinologia dell’A.O. Universitaria del Policlinico di Bari
-       Prof. Marina Scavini, Specialista in Diabetologia, Istituto Scientifico San Raffaele di Milano
-       Prof. Antonio Tiengo, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Divisione Malattie Metaboliche dell’Università di Padova

© RIPRODUZIONE RISERVATA